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January 19, 2021
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Whatsapp cambia le regole sulla privacy: utenti in fuga verso Signal e Telegram

In decine di milioni migrano sulle due nuove app di messaggistica che registrano un numero record di download

Maria Sole AngelettibyMaria Sole Angeletti
Whatsapp cambia le regole sulla privacy: utenti in fuga verso Signal e Telegram

Whatsapp cambia la normativa sulla privacy e milioni di utenti scaricano Signal e Telegram

Time: 5 mins read

Nell’ultima settimana, decine di milioni di persone hanno scaricato Signal e Telegram, le due applicazioni di messaggistica crittografica, considerate dagli esperti di sicurezza informatica, le più sicure dal punto di vista della privacy.

Il loro improvviso aumento di popolarità è stato stimolato da una serie di eventi. Da un lato perché le due grandi aziende tecnologiche, Facebook e Twitter, hanno rimosso il Presidente Donald Trump dopo che aveva utilizzato le loro piattaforme per fomentare l’insurrezione dello scorso 6 gennaio al Campidoglio, e la risposta è stata la ricerca e la registrazione su nuove applicazioni dove è consentito comunicare senza restrizioni, soprattutto da parte dei conservatori. Dall’altro la preoccupazione che ha creato l’avviso di Whatsapp, che dal 7 gennaio molti utenti hanno ricevuto sui loro cellulari all’apertura dell’app, che chiede di accettare «i nuovi termini» di utilizzo del servizio di messaggistica e l’informativa sulla privacy.

Questi due eventi hanno piazzato Signal e Telegram in cima alla classifica di Apple delle app più scaricate e hanno registrato un numero record di download. Dal 6 al 10 gennaio, Signal è stata scaricata, in media, 251mila volte al giorno, Telegram addirittura 1,1 milioni di volte. Cifre che secondo Apptopia, che monitora i download delle applicazioni, rappresentano un incremento del 409% e del 61%, rispettivamente, sui download medi giornalieri del 2020.

(pixabay)

Il successo di Signal in America è in atto da tempo, applicazione gratuita gestita da un’associazione no profit, che si occupa di tutelare la privacy e la cui missione è quella di “sostenere tecnologie e comunità aperte che aumentano la libertà di espressione, aggirano la censura e ostacolano la sorveglianza repressiva come modo per promuovere i diritti umani”. Finora usata soprattutto da giornalisti e attivisti che si occupano di privacy online o hanno particolare interesse a proteggere le proprie comunicazioni, ma anche dai funzionari della Commissione Europea. È infatti considerata dagli esperti di sicurezza informatica l’app di messaggistica più sicura dal punto di vista della privacy, sia perché il sistema crittografico protegge le conversazioni da eventuali tentativi esterni di leggerle e anche perché l’app è studiata per ridurre al minimo la raccolta dei dati.

Signal consente l’invio di messaggi con “crittografia end-to-end“, il che significa che nessuno tranne il mittente e il destinatario possono leggerne il contenuto. Telegram offre alcune opzioni di messaggistica crittografata, ma è ampiamente popolare per le sue chat room di gruppo in cui le persone possono discutere una varietà di argomenti.

Anche Signal si basa sul Signal Protocol, e inoltre il suo codice è open source, quindi qualunque esperto di programmazione del mondo può vedere come funziona e giudicarne la sicurezza. Non è così, invece, per il codice di WhatsApp.

I sistemi di crittografia end-to-end fanno sì che le conversazioni tra gli utenti delle app di messaggistica possano essere viste solo da mittente e ricevente. Nemmeno i gestori delle app le possono vedere: questo vale sia per WhatsApp, ad esempio, che per Signal. Ma Signal, a differenza di WhatsApp e anche di Telegram, non conserva neanche le informazioni su dove, quando e con chi hanno comunicato i suoi utenti e non applica la crittografia end-to-end a tutte le conversazioni se non viene attivata l’opzione. Inoltre, Signal consente di impostare la distruzione automatica dei messaggi qualche minuto dopo l’invio.

Ha contribuito alla nuova popolarità dell’app anche un tweet di Elon Musk, il fondatore di Tesla e Space X: “Usate Signal”. Il messaggio è stato ripreso, tra gli altri, anche da Edward Snowden, ex consulente della NSA e noto whistleblower, che aveva detto di usare Signal già nel 2015.

L’applicazione per l’impennata delle registrazioni ha riscontrato anche alcuni problemi tanto da essere costretta ad adottare nuovi server e capacità extra.

I timori per le nuove politiche di WhatsApp possono essere effettivamente un problema dal punto di vista della privacy per l’America e il resto del mondo, ma nell’Unione Europea, non valgono. Questo perché i cittadini sono protetti dal regolamento europeo per la protezione dei dati personali, che è una delle leggi sulla privacy più avanzate del mondo, e Facebook, come molte altre aziende di internet, è costretta a trattare i cittadini dell’UE in un modo diverso rispetto a tutti gli altri.

Negli Stati Uniti invece i nuovi termini per cui è prevista l’approvazione, rendono obbligatoria la condivisione di alcuni dati dei suoi utenti con Facebook, per scopi commerciali e per migliorare l’esperienza utente. Dunque, sono fondate le ragioni che spingono ad adottare Telegram o Signal.

Questi sistemi di messaggistica, se da un lato aiutano a proteggere la privacy delle comunicazioni digitali delle persone, dall’altro non sono gli strumenti perfetti che si credono. Il protocollo della crittografia garantisce che lo scambio di messaggi tra due persone possa essere letto solo da mittente e ricevente, e questo comporta che rimangono illeggibili per chiunque anche per le autorità.

Gli unici dati infatti che Signal, dichiara di conservare nei suoi server sono quelli che indicano il momento in cui un utente ha deciso di creare il suo account e il suo ultimo accesso alla piattaforma. Le chat quindi sono protette anche nel caso in cui i suoi utenti dovessero finire sotto indagine. Sono quindi utili strumenti organizzativi che vengono utilizzati anche da organizzatori e attivisti, come nel caso delle manifestazioni Black Lives Matter e della contestazione dell’elezione del nuovo Presidente Joe Biden.

Non a caso ultimamente è emerso un gruppo Telegram molto popolare chiamato “Parler Lifeboat” che conta 16mila membri e si è consolidato come uno spazio per la venerazione del presidente Trump e del tentato colpo di stato del 6 gennaio: “un evento straordinario”, come lo ha descritto lunedì sera con entusiasmo un utente anonimo. I membri di “Parler Lifeboat” si scambiano teorie di cospirazioni, e hanno festeggiato il loro esodo da Twitter, a cui amano riferirsi con l’espressione “Twatter” (da “twat”, “cretino”). Accanto a “Parler Lifeboat” c’è anche un gruppo Telegram gestito dagli estremisti di destra “Proud Boys” (quasi 31mila follower). Proprio per questi motivi le autorità statunitensi sono preoccupate per le eventuali pianificazioni di quelle che potrebbero diventare manifestazioni violente durante l’inaugurazione del Presidente eletto.

Ad ogni modo, il sistema di valori di Signal continua ad allinearsi perfettamente con la convinzione che la crittografia sia l’unica chiave per la libertà individuale in un mondo in cui le autorità utilizzeranno la tecnologia per promuovere i loro obiettivi inevitabilmente autoritari. Conosciuta come cripto-anarchismo, questa filosofia è emersa alla fine degli anni ’80 tra gli informatici libertari e ha influenzato il pensiero di molti programmatori.

La privacy quindi risulta una grande conquista per i singoli, ma averla sembra essere un caro prezzo da dover pagare per la sicurezza collettiva.

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Maria Sole Angeletti

Maria Sole Angeletti

Tra i libri di diritto ha capito che la sua vera passione sono le parole. Si occupa di New York, cultura e fa interviste. Content creator, social media director e autrice di podcast.

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