Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
First Amendment
November 8, 2019
in
First Amendment
November 8, 2019
0

La violenza sulle donne: quando le parole dei giornalisti ti ammazzano ancora

“Uccisa per troppo amore” ; “Il gigante buono uccide”; “O mia o di nessuno”; “Raptus di passione”: il linguaggio criminale che narra il femminicidio

Paola OrricobyPaola Orrico
La violenza sulle donne: quando le parole dei giornalisti ti ammazzano ancora
Time: 6 mins read

Il talmud recita un adagio che quasi tutti conoscono a memoria: “Dio conta le lacrime delle donne”.

Non essendo particolarmente religiosa – mi chiedo se ciò prima o poi avverrà per davvero e quante lacrime femminili  potrà continuare a contare Dio – fino alla fine biblica dei tempi.

Lontana da pensieri metafisici e religiosi – proiettata per indole – nella concretezza della cose terrene spesso mi sono domandata come si possa contribuire – in modo concreto – ad invertire questa  rotta.

E’ appurato che vi sia una tendenza maligna e deleteria tracciata a danno delle donne, tutte. Indistintamente e trasversalmente la violenza sulle donne imperversa a prescindere dalla loro età, etnia o ceto sociale; e questo lo sappiamo.

Sono lontana anche da posizioni femministe – io non amo gli estremi; preferisco le posizioni intermedie, quindi sono abituata a rimuginare spesso sulle cose finché non trovo un punto di contatto.

Ogni qualvolta leggo una notizia che riguardi la violenza alle donne –  mi trovo a riflettere – da giornalista  sulle parole e sul linguaggio utilizzato per narrare quel fatto. 

I casi di cronaca purtroppo sono numerosi –  quasi quotidiani –  pigramente inseriti sotto forma di dati e statistiche che poi ogni anno ci vengono riferite.

Donne come numeri,  cifre asettiche senza anima?

Dietro a quelle cifre – così ordinatamente incasellate  – ci sono loro:  le donne ammazzate, le loro storie e spesso i figli che rimangono orfani. Sì perché – nella maggioranza dei casi – vittima e carnefice sono uniti da un legame affettivo o sentimentale ma anche di amicizia o di lavoro.

La quotidianità dietro cui si nasconde la violenza è quella dei giorni comuni. Paradossale che siano proprio gli uomini più “vicini” – quelli più conosciuti – a rappresentare la prima causa di morte delle donne.

Orbene quando  leggo notizie di questo genere – la prima cosa che mi colpisce è il titolo dato.  Stiamo diventando (ahinoi) il popolo delle notizie sensazionalistiche, d’effetto immediato ma di deleterio e colpevole contenuto; ne riporterò alcuni che mi ricordo particolarmente:

“Uccisa per troppo amore” ; “Il gigante buono uccide”; “O mia o di nessuno”; “Raptus di passione”.

 

L’intento è alquanto chiaro: attirare l’attenzione del lettore ed accalappiarlo in prima istanza,  seppur ponendo – più o meno volutamente – in primo piano l’assassino.

Come se la vittima fosse già diventata un numero di serie da incastonare in una puntuale statistica, appunto.

Il tentativo di romanzare poi il racconto – per continuare a renderlo appetibile –  inesorabilmente sfocia in fantasiosi raffigurazioni del carnefice “graziato” da caratteristiche  che – alla fine  – lo giustificherebbero quasi per l’azione compiuta. 

Ciò che trovo pericoloso  è proprio questo, alla fine: la sequela di informazioni biografiche e psicologiche de l’assassino descritto – di volta in volta –  con connotazioni attenuanti.

Quante volte abbiamo letto delle aberrazioni  in merito?

Non esiste uccidere per “troppo amore”, per “troppa gelosia”, “perché sentimentalmente delusi” o “affettivamente bisognosi della presenza della compagna”; parimenti non dovrebbe essere lecito descrivere l’assassino come “un gigante buono”, “il fidanzatino deluso” o “il marito che aveva perso il lavoro, quindi triste e sconsolato” e per ciò – per riflesso – stressato al punto da uccidere la propria compagna.

Le parole sono importanti (cit) e tutti noi – professionisti del settore o addetti ai lavori – dovremmo imparare ad usarle meglio; soprattutto quando si narra  un fatto cruento di cronaca – come un femminicidio.

In caso contrario –  buttando a casaccio le parole, le espressioni e le abilissime descrizioni dell’unica persona che incuriosisce il lettore (il carnefice) si rischia solo di dimenticare – nel minor tempo possibile – l’ennesima vittima per passare poi e velocemente,  alla successiva.

Le vittime frequentemente  non ce le ricordiamo più e questo è davvero il tasto dolente di chi si trova a leggere, scrivere o commentare un femminicidio.

Oggi il trend dell’informazione – al riguardo – è quello di confezionare (e mandare in stampa) uno psicodramma scritto nel minor tempo possibile, sbattere la notizia in prima pagina, ingaggiare il criminologo di turno, seguire per i giorni a venire gli “strascichi” della vicenda e poi dimenticarsene.

Il fast food delle notizie di cronaca nera a cui raramente si accompagna una riflessione mirata.

L’informazione sui femminicidi  sta sempre più  assomigliando  ad una catena di montaggio da cui far uscire la frettolosa notizia.

Siamo passati dall’abrogazione del delitto d’onore – nel 1981 – in cui si è finalmente scritta la parola “fine” su delitti che giustificavano l’orrenda e crudele fine di tante donne ad una evoluzione normativa che – in realtà – non si è totalmente emancipata da retaggi ancestrali e culturali che restano sempre a vantaggio degli uomini.

La società non si è ancora evoluta, perché non abbiamo ancora imparato a trovare una strada giusta per impedire – a monte – questi crimini. L’informazione in tal senso – ne fornisce ogni giorno la prova.

Che messaggio utile ed educativo si può dare alle nuove generazioni di uomini se si continua a parlare della vittima come sottintesa responsabile del suo stesso destino?

Leggiamo fra le righe: esistono parole e frasi tossiche  nella narrazione dei fatti  che contribuiscono – seppur in modo non palese –  a tutto ciò.

(Ri) Pensiamoci.

Si va dalla descrizione della vittima come “indipendente” – “libera sessualmente/disinibita” – “vestita in modo provocante” – “ubriaca” o “in cerca di divertimento” – nei casi di violenza sessuale – fino ad arrivare a descrivere la vittima di femminicidio come l’agnello  sacrificale di un meccanismo inceppato di cui è comunque – ed alla fine – quasi sempre responsabile.

Ricordo fra tanti un pezzo di cronaca nera che mi colpì allo stomaco.

Una volta finito di leggere;  dai toni, dal linguaggio descrittivo utilizzato e dalla narrazione dei fatti  sembrava quasi che il “fidanzatino innamorato ma deluso dal fatto di essere stato lasciato” – riporto testualmente la definizione – avesse ucciso la ex ragazza – avendo una motivazione attendibile.   

Il giornalista lo  descrisse come un bravissimo ragazzo che aveva agito in preda ad un amore incontrollabile e quindi –  parimenti vittima-  della sua stessa gelosia e di una impulsività caratteriale indomabile.

Diciamo che la carta stampata  ha spesso il pregio di finire cestinata – quindi magari pochi si saranno ricordati di questo articolo –  ma cosa si può dire di una intervista recente andata in onda  su di  una rete nazionale?

Il 17 settembre su Rai Uno – difatti – a “Porta a Porta” una intervista di Bruno Vespa (a cui di certo non mancano né esperienza né dialettica) mi ha oltremodo convinto che sia necessario monitorare e correggere il linguaggio verbale e scritto con cui affrontiamo questo argomento così delicato.

Una vittima mancata – come la Signora Lucia Panigalli – scampata per puro caso alla morte per mano del suo ex compagno non doveva  essere intervistata con tanta  leggerezza e superficialità; sminuendo la portata della sua vicenda ed – addirittura –  ridicolizzandone i dettagli.

Che nell’errore madornale sia caduto anche un giornalista di lungo  corso come Vespa – non può giustificare naturalmente neppure il cronista meno esperto; il codice deontologico parla chiaramente in tal senso, però è anche vero che l’attenzione che si pone alle parole usate è davvero scarsa ed il controllo de quo, latitante.

Cambiare rotta –  in tema di violenza sulle donne – forse è possibile.

Magari lo sarà ancora di più se il paradigma della violenza lo riusciremo finalmente  a scomporre e risolvere in tutte le forme in cui si presenta, incluso il linguaggio.

Share on FacebookShare on Twitter
Paola Orrico

Paola Orrico

Parlare di sé stessi è sempre molto difficile: si rischia di scadere nel retorico o di minimizzare - facendo uno sfoggio di modestia. Citerei piuttosto una frase di Gerry Spence: “Il modo in cui le persone si muovono è la loro autobiografia in movimento.” - perché credo fermamente che siano le azioni a qualificare meglio le persone. Ho fatto tante cose, continuo a farle; sono sempre in movimento perché - nonostante la mia proverbiale pigrizia - ho una mente rumorosa. Sono una giornalista che ha studiato giurisprudenza ed una giornalista che è diventata insegnante di Italiano per stranieri. Amo moltissimo tutto ciò che significa “introspezione”: leggere, scrivere, insegnare. Possiedo una tossicodipendenza da gatti - da quando sono nata e sono attratta da tutto ciò che è ignoto ed oscuro. Forse sono un po’ Wicca inside. Sono alla perenne ricerca della Verità - perché sono una che scava finché non trova qualcosa. Sono essenzialmente una persona introversa: alle mie stranezze però ho imparato a voler bene.

DELLO STESSO AUTORE

Delitto di Via Poma, parla il criminologo Carmelo Lavorino: “riaprire il caso”

Delitto di Via Poma, parla il criminologo Carmelo Lavorino: “riaprire il caso”

byPaola Orrico
Con la scusa del Covid-19, la nostra privacy è in pericolo? Risponde Lucia Scaffardi

Con la scusa del Covid-19, la nostra privacy è in pericolo? Risponde Lucia Scaffardi

byPaola Orrico

A PROPOSITO DI...

Tags: diritti delle donnediritti donnefemminicidioviolenza contro le donne
Previous Post

La lotta per la scuola in mezzo al mare, nell’isola sotto il vulcano

Next Post

The Crafts of Cinema: I mestieri del cinema al Festival Accademico di IC-CUNY

DELLO STESSO AUTORE

Indro Montanelli negli anni Settanta con una copia del suo Giornale

Salviamo il soldato Montanelli: la statua al giornalista resti col suo significato

byPaola Orrico
Cara Silvia – Aisha, bentornata! E scusaci per l’ultima tortura dei nostri “leoncini”

Cara Silvia – Aisha, bentornata! E scusaci per l’ultima tortura dei nostri “leoncini”

byPaola Orrico

Latest News

Artistic representation of the impact / Ansa

Soviet Kosmos Probe Finally Crashes to Earth: Impact Point Still a Mystery

byGrazia Abbate
Rappresentazione artistica dell'impatto / Ansa

La sonda sovietica Kosmos si schianta sulla Terra: mistero sul punto di impatto

byGrazia Abbate

New York

Chiara Arrigoni, autrice di Pelle, testo selezionato per il programma di mentorship di In Scena! 2025 a New York – ph. courtesy dell’artista

“Pelle”, il reading di Chiara Arrigoni a New York per In Scena! 2025

byMonica Straniero
While Adams Trusts Lawsuits to Bring Funds Back to NY, Trump Defies Judges

Adams-Trump faccia a faccia alla Casa Bianca per fondi federali

byFederica Farina

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
The Crafts of Cinema: I mestieri del cinema al Festival Accademico di IC-CUNY

The Crafts of Cinema: I mestieri del cinema al Festival Accademico di IC-CUNY

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?