Per il secondo mese consecutivo, cala il numero di container con merci importate negli Stati Uniti. Quello che si era prefissato come obiettivo il presidente Donald Trump, ovvero applicare i dazi per smettere di dipendere dagli altri Paesi in modo da incrementare la produzione interna, potrebbe invece tradursi in rallentamenti economici e rincari per i consumatori statunitensi perché, secondo gli analisti, questa tendenza negativa durerà a lungo.
L’economista John McCown ha analizzato il volume dei container che sono arrivati nei dieci porti maggiori degli Stati Uniti a giugno. Il risultato? Un calo del 7,9% rispetto allo stesso valore dell’anno scorso. Un peggioramento ulteriore rispetto al -6,6% registrato a maggio. Questi due dati comportano una diminuzione media dell’1,8% nel secondo trimestre rispetto al 2024, quando il volume delle importazioni via mare era cresciuto del 15% e aveva fruttato circa 2,2 miliardi di dollari.
“È molto probabile – ha aggiunto McCown con la pubblicazione della sua analisi – che nel 2025 si verifichi un calo del volume complessivo annuo in entrata, dopo l’aumento del 15% nel 2024. Si tratterà di uno dei cambiamenti più eclatanti da un anno all’altro in sessant’anni di storia”. Soltanto altri due periodi hanno registrato una diminuzione così netta: la crisi finanziaria del 2008 e la pandemia, ma sono durati poco.
McCown riconduce la causa di questo calo all’instabilità provocata dalla minaccia dei dazi.
Nel concreto, per esempio, è da cinque settimane che i volumi di container dalla Cina alla West Coast diminuiscono per via della guerra economica cominciata ad aprile e continueranno a calare visto che il Dipartimento del Commercio ha annunciato un dazio del 93,5% sulla grafite cinese. Soltanto nel 2024, Washington aveva acquistato prodotti in grafite da Pechino per un valore di circa 375,1 milioni di dollari.
Un altro esempio eclatante è Stellantis. La casa automobilistica italiana ha annunciato una perdita di 2,7 miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2025, contro tutte le previsioni di crescita degli analisti. Di questi, da attribuire ai dazi statunitensi circa 349,2 milioni di dollari di perdita.