“È un pessimo presidente della Fed. Sono rimasto sorpreso che sia stato nominato, sono rimasto sorpreso, francamente, che Biden lo abbia nominato e gli abbia rinnovato l’incarico”, ha affermato Donald Trump dallo Studio Ovale mercoledì.
Con le sue parole Trump ha attaccato per l’ennesima volta il presidente della Fed Jerome Powell, dopo averlo definito stupido e “too late”, troppo tardi. Trump vorrebbe un taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale, ma il capo della Fed non si è piegato alle richieste del presidente, che ha anche minacciato più volte di sostituirlo.
L’insulto rivolto ieri è diverso dai precedenti, perché a nominare Powell alla guida della Fed è stato proprio il presidente in carica, che adesso dà la colpa al predecessore Joe Biden. La nomina era avvenuta nel novembre 2017, quando Trump aveva elogiato il neobanchiere centrale per la sua leadership, il giudizio e la sua competenza. “Sono fiducioso che Jay abbia la saggezza e la leadership necessarie per guidare la nostra economia attraverso qualsiasi sfida che essa possa affrontare”. Poi Biden lo confermò nel 2021.
C’è chi parla di demenza senile, tra questi il giornalista progressista di MSNBC Lawrence O’Donnell: “Demenza? E sì, immaginiamo ancora una volta quale sarebbe stata la reazione, non solo di Fox ma di tutti i media di Washington, se fosse stato Biden a dire una cosa del genere”.
I tassi vennero alzati per contrastare l’inflazione galoppante che fece seguito alla crisi economica post-coronavirus, quando raggiunse il 9% a metà 2022. Un abbassamento si è avuto nel 2024, ma non vengono più modificati dal gennaio 2025 e rimangono al livello compreso fra il 4,25% e il 4,50%.
Powell ha dichiarato che la Fed avrebbe probabilmente abbassato i tassi se non fossero stati imposti i dazi da Trump, che, come emerso dagli ultimi dati sull’inflazione, hanno portato a un aumento dei prezzi.