Secondo fonti del Wall Street Journal sarebbero cominciate le trattive per una fusione storica nel settore delle compagnie petrolifere: la Shell starebbe trattando l’acquisizione della rivale BP, arrivando così a competere con Exxon Mobil e Chevron. Avverrebbe quindi un’unione tra due delle “supermajor” del petrolio, come vengono definite le multinazionali che dominano la produzione mondiale di combustibili fossili.
Tuttavia, al momento si è in una fase di mera indiscrezione sulla vicenda, in cui non si conoscono i termini potenziali dell’accordo e tantomeno la fattibilità. Sarebbero però in corso approfonditi ma lenti colloqui tra i rappresentanti delle due compagnie. A seguito della pubblicazione sul WSJ, la Shell ha bollato la questione come una “ulteriore congettura di mercato”, aggiungendo che “non ci sono trattative in corso”. Un portavoce di BP ha invece rifiutato di rilasciare commenti.
La cifra su cui si aggira la possibilità di acquisto della BP potrebbe renderla l’acquisizione più onerosa della storia nel settore petrolifero, che supererebbe la fusione di inizio anni 2000 fra Exxon e Mobil, da cui, per l’appunto, è nata la Exxon Mobil. Oltre al record che raggiungerebbe nel settore di competenza delle compagnie, l’operazione che si profila diverrebbe la più imponente dell’anno in senso assoluto. La valutazione attuale della BP è di circa 80 miliardi che, con l’aggiunta del premio sull’acquisto, probabilmente supererebbe gli 83 milioni della fusione Exxon Mobil.
La Shell ha attualmente una posizione di forza negoziale al tavolo delle trattative, grazie a un rendimento azionario degli ultimi anni di molto superiore a quello di BP. Quest’ultima ha avuto dal suo canto un rallentamento rispetto alle concorrenti, dovuto a una mal gestita transizione energetica e a incidenti manageriali e operativi. Elliott Investment Management – investitore attivista che detiene il 5% delle azioni di BP – chiede da tempo cambiamenti alla società, menzionando la vulnerabilità della società a offerte di acquisizione. Bloomberg News aveva già riportato la possibilità di acquisizione da parte di Shell a inizio maggio.
Da segnalare che, secondo le regole della Gran Bretagna sulle acquisizioni di una società quotata a Londra, come è Shell, è vietato smentire ufficialmente le trattative, a meno di incorrere in un blocco di sei mesi dal processo di acquisto. Pur non essendo stata rifiutata in via ufficiale da parte di Shell, le dichiarazioni rese potrebbero costargli questa restrizione.