Nonostante l’economia americana si mantenga attualmente stabile e senza particolari scossoni, una piccola emergenza esiste per chi, fra i più giovani, è alla ricerca di lavoro: per i neolaureati il tasso di disoccupazione nazionale ha infatti raggiunto il 6,6% negli ultimi dodici mesi. Un dato che ha raggiunto uno dei livelli più alti dell’ultimo decennio, decisamente al di sopra del 4,2% nazionale.
I dati provenienti dal Dipartimento del Lavoro si riferiscono ai giovani fra i 20 e 24 anni con almeno una laurea triennale, una fascia d’età che tende ad avere livelli di disoccupazione più elevati rispetto alla media, ma il divario si è recentemente ampliato. Ad esempio, i lavoratori tra i 35 e i 44 anni laureati hanno registrato un tasso di disoccupazione del 2,2% nell’ultimo anno, in aumento rispetto all’1,8% dell’anno precedente. Secondo un rapporto di aprile della Federal Reserve di New York, la distanza fra il tasso di disoccupazione dei giovani laureati e quello del resto della popolazione avrebbe raggiunto il suo massimo degli ultimi 35 anni. Nella stessa direzione vanno i dati di Linkedin, secondo cui le assunzioni in posizioni entry-level sono diminuite del 17% rispetto ad aprile 2019. I dati sono ancora meno incoraggianti per i non laureati: i diplomati tra i 18 e i 19 anni hanno registrato un tasso di disoccupazione del 14,5% negli ultimi 12 mesi, in aumento rispetto al 13,3% dell’anno precedente.
Come affermato al Wall Street Journal da Cory Stahle, economista della società Indeed, “le aziende stanno adottando un atteggiamento prudente, e questo rende difficile l’ingresso nel mondo del lavoro per i più giovani. I datori di lavoro sono meno propensi a scommettere su candidati con curriculum o competenze ancora poco sviluppate.”
Secondo il capo economista per l’America di Linkedin, Kory Kantenga, settori come sanità, edilizia e educazione hanno visto un aumento nelle assunzioni, mentre in ambito di tecnologia e finanza, in cui normalmente sono più frequenti, sono in calo. Ma aldilà delle differenze fra settori, secondo gli esperti, ad essere emerso è l’esistenza di un problema generale.