Un’altra settimana in rialzo per le nuove richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti. Secondo quanto comunicato giovedì dal Dipartimento del Lavoro, nella settimana terminata il 31 maggio le richieste iniziali sono salite di 8.000 unità, raggiungendo quota 247.000 su base destagionalizzata. Una cifra superiore alle attese degli analisti interpellati da Reuters, che si aspettavano un dato fermo a 235.000.
L’aumento, il secondo consecutivo, riflette segnali crescenti di raffreddamento del mercato del lavoro, in un contesto appesantito da incertezze legate all’impatto economico delle nuove tariffe imposte dall’amministrazione Trump. Se da un lato molte imprese restano caute nel ridurre personale — memori delle difficoltà nel reperire forza lavoro durante e dopo la pandemia — dall’altro i segnali di rallentamento cominciano a moltiplicarsi.
Il Beige Book pubblicato mercoledì dalla Federal Reserve parla esplicitamente di una domanda di lavoro “in flessione generalizzata”, con diversi distretti che riportano una riduzione delle ore lavorate, blocchi alle assunzioni e piani di riduzione dell’organico. “Le dichiarazioni circa l’incertezza che rallenta le decisioni di hiring sono state ampiamente condivise”, si legge nel documento.
Un’indicazione analoga emerge anche dall’indagine dell’Institute for Supply Management sul comparto dei servizi. L’occupazione è rimasta stabile a maggio, ma “ogni nuova posizione aperta viene valutata con maggiore cautela”.
Il numero di richieste continuative di sussidio — utilizzato come indicatore indiretto del ritmo delle assunzioni — è sceso leggermente a 1,904 milioni nella settimana chiusa il 24 maggio, in calo di 3.000 unità. Tuttavia, la tenuta del dato riflette anche una crescente diffidenza da parte dei consumatori rispetto alle prospettive occupazionali.
A fornire un quadro più ampio è anche il rapporto mensile di Challenger, Gray & Christmas, secondo cui a maggio le aziende statunitensi hanno annunciato 93.816 tagli di personale: -12% rispetto ad aprile, ma +47% su base annua. Il report non ha però impatto diretto sul dato ufficiale del Bureau of Labor Statistics atteso venerdì, poiché rientra al di fuori del periodo di rilevazione.
Secondo le previsioni raccolte da Reuters, i nuovi occupati nel settore non agricolo a maggio dovrebbero essere circa 130.000, in frenata rispetto ai 177.000 registrati ad aprile. Il tasso di disoccupazione è atteso stabile al 4,2%.
La lettura preliminare pubblicata da ADP mercoledì offre già un primo segnale di raffreddamento: il settore privato ha aggiunto solo 37.000 posti di lavoro, ben al di sotto della stima Dow Jones (110.000) e del dato rivisto al ribasso di aprile (60.000). Si tratta del valore mensile più basso dal marzo 2023.
“Dopo un inizio d’anno robusto, l’attività di assunzione sta perdendo slancio”, ha dichiarato Nela Richardson, capo economista di ADP.
Le cifre sono bastate a riaccendere la polemica del presidente Trump nei confronti della Federal Reserve. “NUMERO ADP PUBBLICATO!!! ‘Troppo tardi’ Powell ora DEVE TAGLIARE I TASSI. È incredibile!!! L’Europa li ha abbassati NOVE VOLTE!”, ha scritto su Truth Social, puntando il dito contro l’attuale politica monetaria.
A livello settoriale, il calo si è concentrato soprattutto nei comparti produttivi: l’industria manifatturiera ha perso 3.000 unità, l’estrattivo e minerario 5.000. Unico dato positivo è arrivato dalle costruzioni, con un incremento di 6.000 addetti. Sul fronte dei servizi, il turismo e la ristorazione (+38.000) e le attività finanziarie (+20.000) hanno mostrato segnali di tenuta. Ma i ribassi in ambiti strategici come i servizi professionali (-17.000), l’istruzione e la sanità (-13.000) e la logistica (-4.000) hanno inciso sul totale.
Le aziende con meno di 50 dipendenti hanno registrato una perdita netta di 13.000 posti, mentre quelle con oltre 500 addetti hanno perso 3.000 unità. In controtendenza le medie imprese, con un saldo positivo di 49.000.
Sul versante retributivo, il tasso annuo di crescita salariale si è mantenuto stabile: +4,5% per i lavoratori rimasti in azienda e +7% per chi ha cambiato impiego. Secondo ADP, si tratta ancora di livelli “robusti”.
La fotografia complessiva del mercato resta dunque mista: i dati ufficiali sulle offerte di lavoro a cura del BLS, pubblicati martedì, indicano un rialzo superiore alle attese ad aprile, ma le rilevazioni indipendenti, come quelle di Indeed e della National Federation of Independent Business, confermano un raffreddamento nelle intenzioni di assunzione.
Anche tra i membri della Fed cresce l’apprensione per l’effetto dei dazi sulla tenuta dell’economia. “L’economia americana resta solida, ma l’incertezza elevata pone rischi per la stabilità dei prezzi e l’occupazione”, ha dichiarato martedì il governatore Lisa Cook.
Per ora, la banca centrale dovrebbe mantenere invariati i tassi nel prossimo vertice previsto tra due settimane.