Una “partnership” per rilanciare l’industria americana e inviare un segnale forte al mercato. Così Donald Trump ha definito la fusione tra U.S. Steel e la giapponese e Nippon Steel, da lui appena autorizzata dopo mesi di incertezze e tensioni politiche. Il presidente ha parlato di un’operazione capace di generare 14 miliardi di dollari per l’economia statunitense e di creare almeno 70.000 nuovi posti di lavoro, nella visione di un’alleanza industriale transpacifica.
Il via libera arriva dopo che, Joe Biden aveva bloccato l’acquisizione da 14,9 miliardi proposta da Nippon, sollevando preoccupazioni per la sicurezza nazionale. In particolare, la Casa Bianca temeva che l’ingresso di capitali stranieri in un settore strategico come quello dell’acciaio potesse compromettere la resistenza delle catene di approvvigionamento americane.
Il leader del GOP, però, ha scelto un’altra strada. A inizio aprile ha ordinato una nuova revisione della proposta di intesa da parte del Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti, e pochi giorni fa ha dato ufficialmente il nulla osta all’operazione. Per lui, non si tratterebbe di un’acquisizione nel senso tradizionale, ma di un’intesa commerciale e produttiva che valorizza entrambe le realtà coinvolte.
A tranquillizzare l’opinione pubblica e forse anche a controbilanciare le critiche, è arrivata l’assicurazione che il quartier generale di U.S. Steel resterà negli Stati Uniti, più precisamente a Pittsburgh, in Pennsylvania, città simbolo della produzione siderurgica americana. Inoltre, la maggior parte degli investimenti previsti dovrebbe concretizzarsi nell’arco di 14 mesi.
Non sono mancati gli effetti immediati sui mercati: il titolo U.S. Steel è salito in Borsa, con un balzo superiore al 20%, chiudendo a 52,01 dollari per azione dopo l’annuncio. Un segnale che Wall Street ha apprezzato la mossa, almeno nel breve periodo.
Trump ha anche annunciato che terrà un comizio proprio nella metropoli, sede di U.S. Steel, il prossimo 30 maggio. Un evento che, al di là dell’aspetto economico, assume una chiara connotazione politica: sarà un’occasione per ribadire la sua visione aggressiva, basata su investimenti strategici, occupazione nazionale e relazioni economiche riviste su misura degli interessi americani.