Stellantis licenzierà “temporaneamente” 900 lavoratori in cinque impianti statunitensi e fermerà la produzione in uno stabilimento in Messico e uno in Canada a causa dei dazi sulle auto del 25% annunciati mercoledì dal presidente Donald Trump.
In una comunicazione interna ai dipendenti, Antonio Filosa, responsabile di Stellantis per le Americhe, ha dichiarato che il gruppo sta ancora valutando gli impatti a lungo termine delle misure, ma che ha già avviato interventi immediati. Tra questi, lo stop alla produzione in alcuni impianti in Canada e Messico e conseguenze dirette su diversi stabilimenti americani dedicati alla componentistica.
La notizia ha avuto ripercussioni immediate sui mercati: il titolo Stellantis ha registrato un calo dell’8% nella seduta di giovedì, con ribassi anche per Ford, General Motors e Tesla.
Negli Stati Uniti, circa la metà dei veicoli venduti proviene dall’estero. Stellantis ha precisato che lo stabilimento di Windsor, dove vengono prodotti i minivan Chrysler Pacifica e Voyager e la Dodge Charger Daytona, interromperà le attività per due settimane. Il sito di Toluca, in Messico, dedicato alla Jeep Compass e alla Jeep Wagoneer S, rimarrà fermo per tutto il mese di aprile.
A Windsor, lo stop colpirà circa 4.500 lavoratori, mentre a Toluca il personale percepirà comunque il salario ma senza attività produttive.
Il leader della minoranza al Senato, Chuck Schumer, ha definito la situazione “una conseguenza inevitabile e devastante delle politiche di Trump”. La Casa Bianca non ha commentato direttamente i tagli di Stellantis, ma ha ribadito la linea dell’amministrazione – ossia che l’aumento delle tariffe servirebbe a rafforzare l’industria americana e a tutelare i lavoratori. La portavoce Karoline Leavitt ha dichiarato a News Nation che i salari sono destinati a salire e che i posti di lavoro torneranno negli Stati Uniti.
A febbraio, Stellantis aveva già annunciato il rinvio della produzione della nuova Jeep Compass e il rinnovamento dell’impianto di Brampton, in Canada. Lana Payne, presidente del sindacato Unifor, ha ricordato che le conseguenze per i lavoratori si sono manifestate ancora prima dell’entrata in vigore dei dazi: “Trump sta per scoprire quanto sia interdipendente la produzione nordamericana, ma saranno i lavoratori a pagare il prezzo di questa lezione”.
Anche il presidente della United Auto Workers, Shawn Fain, ha criticato Stellantis: “Il gruppo ha le risorse e la capacità produttiva per assumere migliaia di operai in Michigan, Indiana e altrove. Questi licenziamenti non sono necessari, ma il risultato di una scelta aziendale”.