“L’inflazione elevata non è l’unico rischio che affrontiamo”, ha esordito il presidente della Fed, Jerome Powell, nella sua audizione di oltre due ore davanti al Comitato bancario del Senato martedì in tarda mattinata. Tagliare i tassi di interesse “troppo tardi o troppo poco potrebbe indebolire indebitamente l’attività economica e l’occupazione”, ha aggiunto Powell, spiegando anche che “il mercato del lavoro si è raffreddato in modo davvero significativo attraverso così tante misure” e che “al momento non è una fonte di ampie pressioni inflazionistiche per l’economia”.
Questa valutazione è degna di nota perché i funzionari della Fed hanno a lungo citato un mercato del lavoro surriscaldato come l’ostacolo principale per abbassare l’inflazione. Dietro il cambiamento delle prospettive del capo della Banca Centrale ci sono i dati del mercato del lavoro che mostrano un rallentamento delle assunzioni e un lieve ma costante aumento della percentuale di americani in cerca di lavoro in un contesto di aumento della forza lavoro, dovuto in parte a una maggiore immigrazione. Powell ha descritto il mercato del lavoro come tornato più o meno alle condizioni viste prima della pandemia, quando era “forte, ma non surriscaldato”.
Sul taglio dei tassi, sebbene quasi tutti i commenti di Powell suggerissero che fosse una questione di quando – e non di se –, egli ha ripetutamente respinto gli sforzi dei legislatori che lo pressavano sui tempi esatti. “Non invierò alcun segnale sui tempi delle azioni future”, ha chiarito e in risposta alla domanda di un senatore ha aggiunto: “Non sembra probabile che la prossima mossa politica sia un aumento dei tassi”, proprio a sottolineare un atteggiamento prudente ma conciliante sulla politica monetaria.
Powell ha annunciato che la Fed e altri regolatori finanziari rinnoveranno una proposta già fatta lo scorso anno che mira ad aumentare significativamente la quantità di capitale che le banche sarebbero tenute a detenere per compensare potenziali perdite. Una proposta che aveva scatenato l’opposizione delle maggiori banche statunitensi che ritenevano i requisiti patrimoniali troppo severi e le avrebbero portate a ridurre i prestiti ai consumatori e alle imprese.
Nella sua testimonianza, il presidente della Banca Centrale ha anche sottolineato lo status della Fed come istituzione indipendente, che secondo lui “è necessaria per adottare una prospettiva a lungo termine” sulla politica dei tassi di interesse e sull’inflazione. Ha glissato sulle varie domande sulla politica dei dazi annunciata dall’ex presidente Trump, qualora fosse eletto e ha respinto al mittente le domande che gli chiedevano una valutazione della Bidenomics. “Tutte le economie avanzate hanno adottato una politica di indipendenza operativa delle banche centrali, e ciò significa semplicemente che prendiamo le nostre decisioni”, ha ribadito Powell, precisando che “facciamo di tutto per non commentare informazioni di tipo elettorale”.
Mercoledì Powell ripeterà le stesse osservazioni alla Camera dei rappresentanti e si sottoporrà a nuovo round di domande.