Il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo di febbraio sarà sotto i riflettori degli investitori e dei mercati in questa settimana, poiché i dati sull’inflazione saranno segnali importanti sulle prossime mosse della Federal Reserve.
Economia. Dopo che i recenti rapporti sull’inflazione hanno dimostrato che i prezzi sono stati più ostinati del previsto, gli economisti osserveranno la pubblicazione dell’indice di martedì per vedere se l’inflazione riprenderà la sua traiettoria discendente o se le pressioni sui prezzi persisteranno. Il rapporto CPI di gennaio ha mostrato che il tasso di inflazione è sceso al 3,1%, il più basso da giugno: un dato comunque superiore alle previsioni. Per il report di martedì le previsioni sono di un aumento mensile dello 0,4%, superiore al +0,3% di gennaio; mentre per il dato annuale si prevede una conferma di quello di gennaio. I dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti di giovedì mostreranno se l’economia può continuare a contare su un consumatore forte dopo i recenti segnali di indebolimento della spesa, mentre i sondaggi sulla fiducia dei consumatori e delle piccole imprese, redatti rispettivamente dall’università del Michigan e dalla Fed di New York dimostreranno anche se l’ottimismo sull’economia migliorerà. In calendario venerdì anche la produzione industriale e i prezzi alla produzione.
Fed. I funzionari della Banca Centrale saranno nel loro periodo di “blackout”, cioè non potranno fare commenti o concedere interviste prima dell’incontro del FOMC, il braccio di politica monetaria, in calendario il 19 e il 20 marzo. Gli esperti si aspettano che la Fed mantenga i tassi stabili a un obiettivo del 5,25%-5,50%, poiché si attende che l’inflazione si allenti un po’ di più, prima di prendere decisioni sui tassi.
Finanza. Le trimestrali di Dollar Tree, Dollar General e Kohl’s forniranno informazioni sulla spesa dei consumatori. I rapporti sugli utili del costruttore Lennar e dell’istituto di credito LoanDepot forniranno informazioni dettagliate sul settore immobiliare poiché i tassi di interesse persistentemente elevati hanno raffreddato i prestiti ipotecari. Gli utili di Adobe indicheranno se il fornitore di software potrà continuare a trarre vantaggio dalle tendenze dell’intelligenza artificiale (AI). Lunedì, a chiusura dei mercati, attesi i risultati di Oracle, la società di software e tecnologia del cloud.
Oggi ricorre il primo anniversario del crollo della Silicon Valley Bank, a cui seguì quella di altri due istituti di credito, Signature Bank e First Republic. Di fronte alla minaccia di una crisi crescente che poteva minacciare il settore bancario – la peggiore dal 2008 – rivali e regolatori misero insieme un enorme fondo di salvataggio. Tutte e tre le banche furono dichiarate insolventi dal governo e svendute. Pochi mesi dopo, la Federal Reserve propose una serie di importanti modifiche alla regolamentazione dei grandi istituti di credito, ma molte di queste regolamentazioni non hanno affrontato la radice del problema: il rapporto con i grossi clienti. Durante la pandemia, le banche erano piene di depositi e hanno acquistato obbligazioni o concesso prestiti a tassi di interesse bassi e fissi. Poi, quando la Fed ha iniziato ad aumentare in modo aggressivo i tassi nel 2022, il valore di mercato di tali asset è crollato e le banche hanno dovuto affrontare costi di deposito più elevati o maggiori prelievi poiché i clienti cercavano rendimenti più elevati altrove.