Pensavano di essere immuni alle trasformazioni e al destino che decenni fa era toccato al manifatturiero, quando l’automazione aveva trasformato e talvolta cancellato intere categorie di lavoratori. Invece l’Intelligenza Artificiale non li ha risparmiati ed è la nuova minaccia al loro impiego e al loro presente. I colletti bianchi sono la nuova categoria di disoccupati e di licenziati, anche se le loro aziende, almeno a Wall Street macinano milioni e miliardi. Google, Duolingo, UPS, Microsoft, Salesforce: la lista delle compagnie che lascia a casa i colletti bianchi è ogni giorno più lunga. E la lista è destinata a crescere man mano che l’apprendimento automatico dell’IA aumenterà la produttività senza lo stesso numero di umani coinvolti.
Alcuni dei tagli di posti di lavoro già in atto sono il risultato diretto dei cambiamenti derivanti dall’impiego dell’intelligenza artificiale. Altre aziende stanno tagliando posti di lavoro per spendere più soldi nella promessa dell’IA e sono sotto pressione per operare in modo più efficiente. United Parcel Service ha affermato che taglierà 12.000 posti di lavoro, principalmente quelli del personale dirigente e di alcuni lavoratori a contratto, e che tali posizioni difficilmente verranno ripristinate perchè l’uso dell’apprendimento automatico in processi come la determinazione di quanto addebitare ai clienti per le spedizioni, non necessiterà più di personale umano.
A differenza delle tecnologie dell’automazione, l’intelligenza artificiale generativa non si limita ad accelerare le attività di routine o a fare previsioni riconoscendo modelli di dati, ma ha il potere di creare contenuti e sintetizzare idee: in sostanza, il tipo di lavoro di conoscenza che milioni di persone svolgono dietro i computer.
Dallo scorso maggio, secondo i calcoli di Challenger, una società di analisi dei dati, le aziende hanno attribuito all’intelligenza artificiale più di 4.600 tagli di posti di lavoro, in particolare nei media e nella tecnologia. Si stima che il totale dei tagli di posti di lavoro legati all’IA sia probabilmente più elevato, ma sono poche le compagnie che esplicitamente legano l’adozione dell’intelligenza artificiale ai licenziamenti, anche se l’Oliver Wyman Forum ha rilevato che oltre 15.000 lavoratori in settori che vanno dai servizi finanziari all’analisi di marketing e ai servizi professionali hanno dichiarato di utilizzare l’IA una volta alla settimana, negli ultimi mesi del 2023.
L’uso dell’IA nei processi di assunzione del personale ha convinto la città di New York a varare una legge che impone alle aziende di rivelare in che modo gli algoritmi influenzano le loro decisioni nello scegliere un dipendente, poiché i criteri di addestramento dei sistemi di linguaggio complessi non sono esenti da discriminazioni legati alla razza o al genere.
La legge impone ai datori di lavoro che utilizzano software nelle decisioni di assunzione e promozione – compresi strumenti di intervista tramite chatbot e scanner di curriculum – di verificare annualmente tali strumenti per correggere potenziali pregiudizi e identificare e sradicare modalità che tagliano fuori interi settori della popolazione. Le aziende dovrebbero pubblicare i risultati sul loro sito web, ma la ricerca condotta dalla Cornell University ha rilevato che su quasi 400 datori di lavoro analizzati, solo 18 avevano ottemperato alla legge. La città vuole correre ai ripari, ma al di là di multe blande non ha trovato modi per forzare l’applicazione della norma e tutto questo mentre l’intelligenza artificiale riconfigura le gerarchie e le strutture delle aziende, eliminando categorie di persone e i ruoli di middle management.