L’inflazione statunitense è rimasta per lo più contenuta a dicembre, un segnale incoraggiante per i funzionari della Federal Reserve, che la prossima settimana inizieranno il loro incontro per discutere sulla pianificazione dei tagli ai tassi di interesse.
Venerdì i dati sulle spese per i consumi e sui redditi personali, pubblicati dal dipartimento del commercio hanno mostrato aumenti modesti e in linea con le previsioni della Banca Centrale.
La misura dell’inflazione preferita dalla Fed, l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali, è aumentato dello 0,2% a dicembre rispetto al mese precedente. Si tratta di un dato in aumento rispetto al calo dello 0,1% di novembre, ma comunque coerente con le attese.
Dicembre ha chiuso un anno in cui l’inflazione è diminuita notevolmente. I prezzi sono aumentati del 2,6% su base annua, ben al di sotto dell’aumento del 5,4% alla fine del 2022. I prezzi core, che escludono i costi volatili di cibo ed energia, sono aumentati del 2,9% su base annua, in rallentamento rispetto al mese precedente. Gli economisti intervistati dal Dow Jones si aspettavano aumenti rispettivamente dello 0,2% e del 3%.
La misura dell’inflazione preferita dalla Fed, l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali, è aumentato dello 0,2% a dicembre rispetto al mese precedente. Si tratta di un dato in aumento rispetto al calo dello 0,1% di novembre, ma comunque coerente con le attese.
Dicembre ha chiuso un anno in cui l’inflazione è diminuita notevolmente. I prezzi sono aumentati del 2,6% su base annua, ben al di sotto dell’aumento del 5,4% alla fine del 2022. I prezzi core, che escludono i costi volatili di cibo ed energia, sono aumentati del 2,9% su base annua, in rallentamento rispetto al mese precedente. Gli economisti intervistati dal Dow Jones si aspettavano aumenti rispettivamente dello 0,2% e del 3%.
Su base annualizzata a tre mesi, l’inflazione core PCE è scesa all’1,5% a dicembre dal 2,2% di novembre. Su base semestrale si attesta all’1,9%, invariato rispetto a novembre. Entrambe le cifre sono al di sotto dell’obiettivo del 2% della Fed. I dati di oggi mostrano che l’inflazione, pur essendo ancora elevata, continua a diminuire, dando forse il via libera al taglio dei tassi, che la Fed ha attualmente fissato tra il 5,25% e il 5,5%. Gli analisti sperano, con una probabilità del 48,1%, che i tagli comincino già ad aprile.
Il rapporto di venerdì rileva, poi, che la spesa degli americani è aumentata dello 0,7% a dicembre rispetto a novembre, dopo il guadagno dello 0,4% rivisto al rialzo del mese precedente. I consumatori hanno speso molto in servizi quali assistenza sanitaria e assicurazioni, nonché in veicoli e regali come gioielli e orologi. I prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati dello 0,1% nel mese, mentre i beni e servizi energetici sono aumentati dello 0,3%. I prezzi dei beni durevoli come elettrodomestici, computer e veicoli sono diminuiti dello 0,4%. Le spese dei consumatori costituiscono la parte del leone dell’attività economica statunitense e i dati suggeriscono che la domanda rimarrà forte anche nel 2024.
I redditi, tuttavia, sono aumentati più lentamente dello 0,3% il mese scorso dopo un aumento dello 0,4% a novembre. Questi numeri mostrano che i consumatori stanno attingendo ai risparmi per pagare le proprie spese. Il tasso di risparmio personale è sceso al 3,7% nel mese, in calo rispetto al 4,1% di novembre.
Se esaminati insieme al report di giovedì sul Pil, cresciuto del 3,3% nel quarto trimestre, l’ultima tornata di dati mostra un’economia Usa in espansione e un’inflazione che rende soddisfatta la Fed. Stamani gli economisti di BNP Paribas hanno cambiato radicalmente le loro prospettive economiche per il primo semestre degli Stati Uniti. Dopo aver previsto un primo trimestre stagnante e una contrazione dell’1,3% nel secondo, ora si aspettano una crescita dell’1,5% nel primo trimestre e dello 0,7% nel secondo.
