L’account ufficiale della Securities and Exchange Commission (SEC), l’autorità di regolamentazione di Wall Street, sulla piattaforma social X, è stato hackerato, martedì pomeriggio a chiusura dei mercati finanziari, con un messaggio in cui si annunciava l’approvazione dei Bitcoin ETF spot. Oggi è attesa la reale approvazione da parte dell’Authority di un fondo quotato in Bitcoin (BTC), ma un hacker ha anticipato i tempi costringendo il presidente della SEC, Gary Gensler, a smentire l’approvazione e a dichiarare la violazione dell’account.
Mentre il Bitcoin sfiorava i 48.000 dollari, Gensler ha dovuto scrivere sulla rete di social media che il messaggio era “non autorizzato” e che la SEC “non ha approvato la quotazione e la negoziazione in Borsa di prodotti bitcoin spot”. Gli investitori in criptovalute aspettano con impazienza il via libera della SEC per gli ETF spot su bitcoin gestiti da fondi patrimoniali come BlackRock e Fidelity Investments, che consentirebbero l’accesso alla moneta digitale attraverso la finanza tradizionale, senza doversi registrarsi su una piattaforma di exchange o ricorrere a wallet digitali, che richiederebbero notevoli conoscenze tecniche sulla sicurezza.
Se il falso tweet è stato motivo di imbarazzo per Gensler, ha anche evidenziato gli imbrogli che si verificano di routine nei mercati delle criptovalute, mentre la moneta digitale esercita il suo fascino su Wall Street e viene spinta con decisione nel mondo della regolamentazione finanziaria. Le preoccupazioni sulla manipolazione del mercato e altre forme di cattiva condotta nel settore delle criptovalute hanno a lungo dissuaso la SEC dall’approvare gli ETF sui bitcoin e il report pubblicato dal Financial Time sulle multe comminate al settore sembrano dargli ragione.
Nel 2023 le società criptovalute e quelle fintech, cioè le compagnie che applicano la tecnologia alla finanza hanno ricevuto multe per 5,8 miliardi di dollari sia per mancati controlli nella gestione dei flussi finanziari, sia per aver consentito la circolazione di denaro illecito. Nella cifra è inclusa la sanzione di 4,3 miliardi di dollari ricevuta da Binance, la più grande piattaforma di scambio di criptovalute accusata di aver violato le leggi anti-riciclaggio degli Usa, autorizzando trasferimenti di denaro verso Paesi sottoposti a sanzioni come Iran e Siria e verso gruppi terroristici come Hamas. Il suo fondatore Changpeng Zhao ha patteggiato una condanna a 18 mesi di prigione, oltre al pagamento della multa. Le società di criptovalute hanno registrato 11 multe, nel 2022, contro una media di meno di due all’anno nei cinque anni precedenti.
Di fronte all’entità delle violazioni delle compagnie cripto, le sanzioni di 835 milioni di dollari applicate ai gruppi finanziari tradizionali impallidiscono. Il mondo delle valute digitali infatti ha collezionato illeciti per i controlli lassisti e flussi di denaro poco trasparente e quasi totalmente incontrollabili. I dati, compilati dalla società di software Fenergo, hanno mostrato che il totale delle multe per riciclaggio è aumentato di oltre il 30%, nel 2023, a 6,6 miliardi di dollari, ma è rimasto ben al di sotto del picco del 2015 di 11,3 miliardi di dollari.
Gli analisti economici sono divisi sulla regolamentazione delle monete digitali, con alcuni che prevedono un aumento delle multe sugli scambi cripto per le implicazioni criminali legate alle falle dei controlli; altri invece pronosticano un calo nelle sanzioni perchè il settore sarà rigidamente regolamentato. Mercoledì l’approvazione o meno della SEC degli ETF spot indicherà la direzione che prenderanno i controlli sugli scambi cripto e se Wall Street li benedirà in toto.