I funzionari della Federal Reserve, la banca centrale statunitense, nell’incontro di dicembre hanno avanzato la probabilità di un taglio dei tassi di interesse nel 2024, ma non hanno fornito dettagli sui tempi esatti. I verbali dell’incontro del Federal Open Market Committee (FOMC), il braccio di politica monetaria della Fed, pubblicati mercoledì, dichiarano con chiarezza l’intento di mantenere il tasso di riferimento stabile in un intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,5%, ma allo stesso tempo indicano che tagli di tre quarti di punto percentuale, potrebbero avvenire entro la fine del 2024.
La parola che sintetizza l’appuntamento dei governatori delle banche sembra essere una sola: incertezza. “Nel discutere le prospettive politiche, i partecipanti hanno ritenuto che il tasso ufficiale fosse probabilmente pari o vicino al suo picco per questo ciclo di inasprimento, anche se hanno notato che il percorso politico effettivo dipenderà da come si evolve l’economia”, si legge nei verbali.
I funzionari hanno sottolineato i progressi compiuti nel ridurre l’inflazione, evidenziando come i fattori che hanno inciso sulla catena di approvvigionamento e sull’impennata dei prezzi, con il picco toccato a metà del 2022. si sono attenuati, mentre si continua a implementare i progressi compiuti nel portare in equilibrio il mercato del lavoro.
Il “dot plot”, cioè la previsioni dei vari membri della banca centrale sulla traiettoria dei tassi d’interesse, ha mostrato che tutti si aspettano tagli dei tassi nei prossimi tre anni, ma i miglioramenti nelle prospettive di inflazione evidenziano che sarebbe “appropriato” farlo, già, entro la fine del 2024. I verbali hanno rilevato un “grado di incertezza insolitamente elevato” sul percorso di politica monetaria da intraprendere, con diversi membri del FOCM favorevoli a mantenere il tasso dei fondi a un livello elevato, se l’inflazione non collabora, e altri che valutano ulteriori aumenti a seconda dell’evolversi delle condizioni dell’economia.
Se i mercati si aspettano in maniera decisa, un taglio aggressivo dei tassi nel 2024 e Wall Street scalpita, i funzionari della Banca Centrale riaffermano nei verbali che “sarebbe opportuno che la politica rimanesse su un orientamento restrittivo per un po’ di tempo fino a quando l’inflazione non si fosse chiaramente spostata in modo sostenibile verso l’obiettivo” del 2%.
I verbali indicavano che erano stati compiuti “chiari progressi” e i dati degli ultimi sei mesi sulle spese per i consumi personali, indicavano addirittura che il tasso di inflazione era sceso al di sotto dell’obiettivo del 2%, ma in realtà i progressi sono stati “disomogenei” tra i settori, con l’energia e i beni primari in calo, ma i servizi principali che non retrocedono. I funzionari della Fed sono consapevoli che l’orientamento restrittivo potrebbe “frenare l’attività economica e l’inflazione”, ma allo stesso tempo ritengono possibile che l’economia si evolva in modo tale da “rendere appropriati ulteriori aumenti”.
Il proverbiale miglio finale della guerra della Fed all’inflazione potrebbe essere il più difficile, poiché richiederebbe un periodo di “crescita inferiore al trend”, mentre l’economia statunitense chiuderà il 2023 in maniera positiva e con un PIL, per il quarto trimestre, superiore al 2%. La parola incertezza sarà la bussola dei prossimi mesi.