La prolungata solidità dell’economia statunitense potrebbe richiedere ulteriori aumenti dei tassi di interesse nei prossimi mesi.
A dirlo è stato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, nel suo discorso introduttivo al simposio economico di Jackson Hole, una tre-giorni che riunisce nella campagna del Wyoming i principali governatori delle banche centrali del pianeta.
Powell ha sottolineato due trend che manterranno verosimilmente alte le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti: una crescita economica più rapida del previsto e una robusta spesa da parte dei consumatori. Il capo-economista USA ha perciò ribadito la volontà della Fed di mantenere il tasso di riferimento a un livello elevato fino a quando l’aumento dei prezzi non sarà ricondotto all’obiettivo del 2% fissato dall’istituto.
“È compito della Fed riportare l’inflazione al nostro obiettivo del 2%, e lo faremo”, ha dichiarato Powell. “Nell’ultimo anno abbiamo inasprito la politica monetaria in modo significativo. Sebbene l’inflazione sia diminuita rispetto al suo picco – uno sviluppo gradito – rimane ancora troppo alta. Siamo pronti ad alzare ulteriormente i tassi, se necessario, e intendiamo mantenere la politica restrittiva fino a quando non saremo certi che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il nostro obiettivo”.
“Siamo attenti ai segnali che indicano che l’economia non si sta raffreddando come ci si aspettava”, con una spesa per i consumi “particolarmente robusta” e una possibile ripresa del settore immobiliare, ha dichiarato Powell. E proprio perché l’economia continua a crescere al di sopra delle attese, ciò “potrebbe mettere a rischio ulteriori progressi in materia di inflazione e giustificare un ulteriore inasprimento della politica monetaria”.

La cautezza del discorso di Powell è in evidente contrasto con le parole pronunciate l’anno scorso proprio sempre a Jackson Hole. Nel 2022 il governatore della Fed aveva di fatto avvertito che la banca centrale avrebbe proseguito imperterrita nella sua azione di forti rialzi dei tassi per contenere l’impennata dei prezzi.
Dalla scorsa estate, il tasso di interesse di riferimento della Fed è salito al 5,4 – il massimo negli ultimi 22 anni – mentre l’inflazione è scesa dal 9,1% del giugno 2022 al 3,2% di luglio 2023.
Malgrado la Fed ritenga che il suo benchmark rate sia sufficientemente alto per mantenere in armonia la crescita dell’economia, l’occupazione e l’inflazione, Powell ha ammesso che rimane difficile prevedere quanto debbano essere alti i tassi di interesse per contenere l’economia, “e quindi c’è sempre incertezza” su quanto le politiche della Fed stiano effettivamente funzionando per ridurre l’inflazione.