Durante il G-7 che si terrà in India dal 7 al 10 settembre, il presidente statunitense Joe Biden presenterà una “proposta di valore” sulla modernizzazione delle istituzioni finanziarie internazionali – in particolare la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale – per fare in modo che esse forniscano risposte significative e utili ai problemi dei Paesi in via di sviluppo.
Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha affermato martedì che i due organismi dovranno offrire un’alternativa migliore per il sostegno e il finanziamento dello sviluppo economico delle economie emergenti, in opposizione ai “prestiti coercitivi e insostenibili” erogati dalla Cina attraverso la sua Belt and Road Initiative.
Secondo alcuni esperti, l’inquilino della Casa Bianca presenterà a Nuova Delhi delle proposte che potrebbero espandere la capacità di prestito della Banca Mondiale e del FMI di circa 200 miliardi di dollari.
Quello di settembre sarà il primo viaggio di Biden in India in qualità di presidente. In precedenza aveva visitato il Paese asiatico nel 2013, quando era vicepresidente di Obama, e in quell’occasione aveva incontrato l’allora premier Manmohan Singh. A ricevere il comandante-in-capo stavolta sarà Narendra Modi, attualmente in Sudafrica per il vertice dei Paesi BRICS – a cui partecipano non solo i leader di Brasile, Russia (che ha inviato il ministro degli Esteri Lavrov), India, Cina e Sudafrica ma anche una cinquantina di Stati africani.
Sullivan ha sottolineato che le proposte di Biden non intendono emarginare la Cina, che è stata peraltro definita un attore fondamentale in quanto membro del G20 e partner chiave tanto del FMI e della Banca Mondiale. “Il nostro sostegno alla Banca Mondiale e al FMI non è quindi contro la Cina”, ha spiegato. “Non consideriamo i BRICS come una sorta di rivale geopolitico degli Stati Uniti o di chiunque altro. Si tratta di un insieme di Paesi molto diversi tra loro”.