Il colosso statunitense della vendita al dettaglio Bed Bath & Beyond ha chiesto di essere sottoposto al Chapter 11 per la protezione dalla bancarotta.
Entro la fine di giugno, l’azienda prevede di liquidare tutti i 475 negozi ancora in attività e di “attuare una liquidazione ordinata della propria attività”, compreso il marchio Buy Buy Baby.
Sono ormai anni che il retailer, un tempo meta quasi obbligata per gli acquisti casalinghi degli americani, soffre di problemi finanziari – principalmente dovuti all’agguerrita concorrenza dello shopping online. L’azienda ha recentemente annunciato tagli ai posti di lavoro e la chiusura di 150 sedi, oltre alla vendita di una parte o della totalità dei suoi beni.
Un’azienda statunitense che chiede la protezione del Chapter 11 ritarda i suoi impegni nei confronti dei creditori, ottenendo il tempo di ristrutturare i debiti o di vendere alcuni dei suoi beni.
In un documento presentato domenica al Tribunale fallimentare degli Stati Uniti per il Distretto del New Jersey, l’azienda ha dichiarato che “gli ultimi dodici mesi sono stati senza dubbio i più difficili e turbolenti della storia di Bed Bath & Beyond” e nonostante “gli sforzi scrupolosi, creativi ed esaustivi per raddrizzare la situazione, Bed Bath & Beyond non è semplicemente in grado di onorare i suoi obblighi di debito finanziati e di fornire contemporaneamente scorte sufficienti ai suoi punti vendita”.
Fondata nel 1970 come Bed ‘n Bath, nel corso degli anni il catalogo dei prodotti dell’azienda è cresciuto in modo significativo fino a comprendere qualsiasi cosa, dalla biancheria da letto agli elettrodomestici. A crescere è stato però anche la diffusione del marchio – che al suo apice contava oltre 970 sedi in tutti i 50 Stati americani.