Nemmeno una potenziale Guerra Fredda sino-statunitense può fermare Elon Musk.
Il miliardario sudafricano-statunitense ha rivelato domenica che la sua Tesla costruirà una nuova maxi-fabbrica a Shanghai con l’obiettivo di produrre 10.000 enormi batterie all’anno per produttori e distributori di energia elettrica.
Le batterie, che Tesla ha già ribattezzato ‘Megapack’, sono concepite per immagazzinare una grande quantità di elettricità che dovrebbe bastare fino a 3.600 famiglie per un’ora ciascuno. Lo scopo è essenzialmente quello di consentire ad abitazioni e fabbriche (principalmente negli USA) di continuare ad operare anche in caso di blackout, immagazzinando l’elettricità per casi di emergenza.
Il nuovo impianto di Shanghai, ha dichiarato Musk “integrerà la produzione della fabbrica Megapack in California”. Quello in costruzione sarà peraltro il secondo stabilimento di Tesla nella capitale economica cinese, dal quale vengono esportate 20.000 auto elettriche a settimana – principalmente verso i mercati di Asia ed Europa.
La scelta geografica non è casuale: la Cina è infatti leader nei processi chimici necessari per la produzione di batterie ricaricabili – e il nuovo stabilimento Tesla non sarà lontano dagli impianti dove vengono realizzati i composti di litio-ferro-fosfato utilizzati nelle batterie di tutto il mondo.
La Cina, oltre ad esserne produttrice, è però anche una consumatrice attiva – dato che la domanda interna di batterie è particolarmente elevata. Una leadership che è anche frutto delle politiche di liberalizzazzione prese all’indomani dell’autunno del 2021, quando la domanda di elettricità ha superato la capacità dei fornitori, generando blackout diffusi in tutto il Paese asiatico.
Nonostante sia Washington che Pechino incentivino gli investimenti nelle tecnologie emergenti, non è chiaro quanto l’investimento cinese di Musk possa essere gradito dalla Casa Bianca. L’amministrazione Biden è infatti scettica sul crescente ruolo internazionale del Dragone, e teme che l’impetuosa avanzata politico-economica della Cina rischi di minare seriamente il primato internazionale americano.