Istituto di Cultura di New York al suo completo per la presentazione del saggio Nudging
di Riccardo Viale pubblicato da MIT. Un argomento complesso, quello trattato, che ha visto anche il coinvolgimento di Vittorio Gallese, Varun Gauri e Cristina Bicchieri.
Di che si tratta? Il saggio Nudge pubblicato nel 2008 dal premio Nobel per l’economia Richard Thaler, insieme al professore di diritto di Harvard, Cass Sunstein, ipotizzava che le istituzioni potessero esercitare una “spinta gentile” sui cittadini per indirizzarli verso le scelte per loro migliori. Il presupposto da cui partivano gli studiosi era che gli individui non esercitano scelte razionali, le migliori possibili, cioè, ma sono soggetti ad emozioni, illusioni cognitive e bisogna quindi “aiutarli” a compiere le scelte migliori. In ogni ambito di decisione, è stato studiato, la razionalità umana è limitata, le circostanze contingenti diventano determinanti nell’influenzare le decisioni, il presente è più determinante del futuro. Questo “aiuto”, però, è una forma di paternalismo, perché implica che qualcuno sappia meglio degli individui cosa è bene e come raggiungerlo. Può essere un paternalismo liberale, che lascia comunque la scelta finale al consumatore, o un paternalismo coercitivo, o addirittura arrivare ad essere una manipolazione delle coscienze.

Riccardo Viale, professore di Scienze Comportamentali ed Economia Cognitiva all’Università di Milano Bicocca e alla Luiss di Roma, evidenzia nel suo libro come la situazione risulti più complessa, sia dal punto di vista dei meccanismi psicologici sia dal punto di vista della coercizione cui il cittadino è sottoposto con le spintarelle gentili.
Viale parte dalla necessità di rivalutare l’individuo come un tutto costituito di mente e corpo. Scrive: “Uno dei fenomeni che ha continuato a sorprendermi in questi anni (…) è stata la sordità delle scienze economiche e giuridiche alla reale natura della mente umana. Mi sono sempre chiesto come una disciplina che si occupa di spiegare e prevedere il comportamento economico (…) potesse fare a meno di considerare come l’individuo ragioni e decida, cioè i meccanismi naturali del comportamento.”
Il tema è fondamentale: Viale sostiene che per formulare nuove leggi, nuovi modelli economici si debba capire il comportamento degli individui. Per esempio l’unione europea per 40 anni ha cercato di convincere i cittadini a mettere le cinture di sicurezza in macchina e i caschi in moto e non ci riusciva finché non le ha rese obbligatorie multando le infrazioni. Ha usato cioè il paternalismo coercitivo.
L’intervento paternalistico è meno coercitivo quanto più si colloca lontano dalla scelta finale. Se per evitare che il bambino a scuola mangi la merendina anziché la frutta si pongono degli ostacoli nella mensa e si nasconde la merendina dietro al bancone ponendo invece in primo piano i cibi più naturali, si compie una azione di nudge molto paternalistico e poco libertario. Se si forniscono informazioni sugli effetti benefici della frutta si porta avanti un nudge più lieve e meno coercitivo. Se si aggiunge all’orario scolastico qualche ora di educazione alimentare che ha come conseguenza, non diretta né necessariamente desiderata, un minore consumo di merendine, si fa un nudge più rispettoso della libertà. Sono i tre stadi di paternalismo dall’opzione di default (la merendina nascosta), di paternalismo informativo e di paternalismo educativo.
I governi, le istituzioni, gli studiosi che preferiscono la prima opzione, giudicata più efficace, hanno sicuramente poca fiducia nella capacità di decisione consapevole degli individui.
Viale viceversa sottolinea l’importanza del nudge informativo. Per esempio: per far sì che i contribuenti paghino le tasse bisogna fargli sapere che i vicini hanno pagato le tasse dovute perché l’esempio positivo funziona. Allo stesso modo in cui non funziona l’esempio negativo: se si parla molto del fatto che gran parte della popolazione evade le tasse, o la corruzione è ovunque, questo finisce per incentivare questi comportamenti perché l’individuo pensa: se lo fanno tutti lo posso fare anche io.
Come preservare e accentuare la libertà dei soggetti, quindi, in un mondo popolato da istituzioni pubbliche e compagnie private che sono anche in grado di indirizzare le nostre percezioni ed emozioni, e quindi le nostre scelte? Come evitare che il paternalismo libertario si trasformi in manipolazione delle masse? Lo abbiamo chiesto a Viale al termine della presentazione e una risposta vera non c’è. Leggere il libro però ci aiuta a capire come e quanto le decisioni vengono prese per noi.