Dopo aver meditato a lungo di rassegnare le dimissioni, la segretaria al Tesoro Janet Yellen ha informato la Casa Bianca che continuerà a ricoprire il suo incarico per i prossimi due anni.
La decisione arriva a pochi giorni da un incontro a tu per tu tra Yellen – ex governatrice della Fed scelta da Biden come ministra dell’Economia – e lo stesso Biden, che ha persuaso l’economista newyorkese a rimanere al suo posto di principale responsabile della politica economica dell’amministrazione. La Casa Bianca ha infatti ritenuto prioritario dare continuità all’azione governative in un periodo critico caratterizzato dall’impennata dell’inflazione e da qualche timido segnale di recessione.
Una scelta che, sostengono fonti vicine alla protagonista, è stata particolarmente sofferta e meditata per mesi. A pesare è stata soprattutto la mediocre performance dell’economia USA di fronte al carovita – erroneamente giudicato da Yellen come “un fenomeno transitorio”, al contrario del governatore della Federal Reserve Jerome Powell e alti responsabili alti funzionari USA.
Yellen, che è la prima donna ad aver ricoperto la carica di presidente della Fed e di segretaria al Tesoro, aveva inoltre pensato di lasciare per motivi familiari – giudicando l’incarico al Tesoro eccessivamente politico, specialmente con la nuova maggioranza repubblicana alla Camera.
Nei primi due anni di mandato, l’azione della segretaria al Tesoro ha riguardato alcune misure-chiave come il potenzialmente dell’Internal Revenue Service (il fisco USA) e centinaia di milioni di dollari di incentivi fiscali per i produttori di semiconduttori e automobili elettriche – che si aggiungono, sul piano internazionale, all’imposizione di un tetto ai prezzi del petrolio russo.
A fare definitivamente luce sulla decisione di Yellen è stato però un alto funzionario della Casa Bianca, rimasto anonimo. “Janet resterà”, ha detto. “Quindi è tutto risolto”. “C’è molto da fare e gran parte del lavoro sarà difficile, ed è un bene per il mondo che Janet sia ancora lì per farlo”, ha aggiunto un’altra fonte governativa.