Buone notizie per l’economia statunitense, che nel terzo trimestre è cresciuta del 3,2% e ha superato le attese degli analisti, che si aspettavano una crescita di poco inferiore ai tre punti percentuali.
Nello specifico, il PIL è aumentato del 3,2% su base annuale, mentre l’incremento è dello 0,8% rispetto allo scorso trimestre (aprile-giugno).
Secondo il Bureau of Economic Analysis di Washington, “gli aggiustamenti al rialzo della spesa per i consumi e degli investimenti fissi non residenziali” hanno contribuito alla revisione al rialzo dei dati, in parte compensata da una revisione al ribasso degli investimenti nelle scorte private.
L’economia americana sembra quindi essere quasi uscita dal pantano che ha caratterizzato la prima metà dell’anno. Nel primo trimestre (gennaio-marzo) il PIL si era infatti contratto dell’1,6%, mentre nel secondo aveva registrato un calo dello 0,6% – sempre su base annuale.
Ma non tutti i dati lasciano ben sperare: il reddito interno lordo – un indicatore che teoricamente dovrebbe seguire il PIL – è aumentato solo dello 0,8% nel terzo trimestre, suggerendo che la crescita reale potrebbe non essere così robusta come suggeriscono i dati. Inoltre, i principi di crisi del mercato immobiliare stanno già iniziando a rosicchiare l’economia generale, con l’edilizia residenziale che ha sottratto ben 1,4 punti percentuali al dato principale del PIL.