Centinaia di dipendenti sarebbero in procinto di lasciare Twitter in seguito alla richiesta di Elon Musk di lavorare più a lungo.
Secondo quanto riportato da Reuters, il 42% dei 180 partecipanti a un sondaggio tra i lavoratori del social network ha affermato di volersi dimettere nei prossimi giorni; solo il 7% ha invece dichiarato di voler rimanere a tutti i costi, mentre il 25% ha annunciato che manterrà il suo lavoro “a malincuore”.
Le dimissioni di massa riducono ulteriormente la forza lavoro dell’azienda di San Francisco, già falcidiata dal maxi-piano di licenziamenti del neo-proprietario Musk. Dopo essersi aggiudicato la società tech per una cifra di circa 44 miliardi di dollari, l’uomo più ricco del mondo ha infatti dato il benservito a metà dei dipendenti – compresa la precedente dirigenza – con l’obiettivo di ottimizzare i costi e promuovere una cultura basata su orari lunghi e ritmi serrati.
Qualche giorno fa Musk aveva perciò dato tre giorni di tempo ai lavoratori per decidere se continuare a lavorare “con orari duri e ad alta intensità” oppure accettare una liquidazione di tre mesi. “Qualunque sia la vostra decisione, vi ringrazio per gli sforzi che avete fatto per il successo di Twitter”, aveva scritto il magnate sudafricano-statunitense in una mail interna.
Una scelta, quella del pugno duro, che però sembra essersi ritorta contro lo stesso Musk, che in queste ore starebbe incontrando alcuni dipendenti senior per cercare di convincerli a rimanere a condizioni (soprattutto economiche) migliori.
L’esodo di personale ha però anche un’altra conseguenza: un servizio meno sicuro e più scadente. Secondo una fonte anonima, la versione dell’applicazione Twitter utilizzata dal personale ha iniziato a rallentare giovedì sera, ed è verosimile che l’app ufficiale rischi di andare in tilt per tutti gli utenti. “Se succede qualcosa, in molte sedi non c’è più nessuno che possa riparare”, ha affermato un dipendente, che ha preferito mantenere l’anonimato.