La Federal Reserve ha comunicato che aumenterà i tassi d’interesse di tre quarti di punto (0,75%) per la seconda volta in due mesi, nell’ennesimo tentativo di contrastare la spirale inflazionistica che attanaglia l’economia statunitense.
La decisione è arrivata mercoledì pomeriggio a margine dell’incontro della Federal Open Market Committee, l’organismo responsabile della politica monetaria USA, che ha deciso di portare il tasso di riferimento in una forbice compresa tra il 2,25% e il 2,5%, ossia al livello più alto dal 2018.
L’aumento dei tassi varato dalla Fed è reso necessario da un’altrettanto repentina impennata dell’inflazione, che a giugno è aumentata del 9,1% su base annuale (+1,2% su base mensile), come non era mai accaduto negli ultimi 41 anni.
Il proposito della banca centrale di Washington è quello di raffreddare l’economia rendendo più costoso l’accesso al credito (ad esempio per mutui e prestiti). A catena, ciò dovrebbe causare minori consumi e un calo graduale dei prezzi, e quindi un aumento della disoccupazione nonché una probabile recessione nel prossimo futuro.
Ciononostante, il presidente della Fed Jerome Powell e altri componenti del board hanno assicurato che la banca farà tutto il necessario per riportare l’inflazione verso il suo obiettivo annuale del 2%.