Continua la sua spaventosa cavalcata l’aumento dei prezzi al consumo negli Stati Uniti: a maggio l’inflazione è salita di ben l’8,3% rispetto allo scorso anno – ossia al ritmo più alto degli ultimi 41 anni – e dell’1% rispetto ad aprile. A indicarlo sono i dati comunicati venerdì dal dipartimento del Lavoro USA.
Il carovita è trainato soprattutto dall’impennata del costo di gas e benzina (che nello Stato di New York ha ormai raggiunto l’inedita cifra di almeno $5 a gallone), che a sua volta determina rincari sul prezzo del cibo e quello di altri prodotti essenziali. Lo scorso mese il prezzo medio dei beni, che ad aprile era già aumentato dello 0,3% rispetto a marzo, ha registrato un ulteriore incremento dell’1% su base mensile.
L’8,3% registrato a maggio è il dato sull’inflazione più alto dal dicembre 1981 (+8,9%), ossia da quando gli Stati Uniti erano nel bel mezzo della cosiddetta “Grande inflazione”, caratterizzata da un vorticoso aumento dei prezzi e da un’economia depressa (stagflazione).
A pagare le conseguenze delle pressioni inflazionistiche sono tutte le famiglie statunitensi – costrette a spendere molto di più per cibo, benzina e affitto – ma in particolare afroamericani e ispanici, dal momento che le comunità tradizionalmente più povere spendono una quota assai maggiore del proprio reddito i beni di prima necessità (quelli appunto maggiormente soggetti a rincari).
Secondo gli esperti, l’impennata inflazionistica dovrebbe lievemente placarsi nel corso di quest’anno, portando giù anche l’indice dei prezzi al consumo (il cosiddetto CPI, aumentato anch’esso dell’8,5% su base annua a livelli inediti dal 1982).
Proprio a causa dell’inflazione galoppante, causata in buona parte dalla ripresa della domanda post-Covid e dai sussidi statali alla popolazione durante la pandemia, la Federal Reserve ha deciso di aumentare rapidamente i tassi di interesse. La banca centrale statunitense dovrà però star attenta a ridurre la spesa senza intaccare troppo la crescita, altrimenti finirebbe per riportare l’America in una dinamica di stagflazione analoga proprio a quella dei primi anni ’80.