Ha avuto inizio nello splendore di una Venezia alluminata dal sole estivo il 3 Forum del G20 sul tema della “Finanza e Produttività”, ospitato presso l’Arsenale di Venezia fino a Domenica 11.
Il primo giorno non hanno avuto risalto i contenuti del Forum quanto la logistica e le prove generali del complesso sistema di sicurezza a protezione dell’incolumità degli ospiti al Forum. L’ Arsenale non è stato certo un luogo scelto a caso se si considera che posto nell’estremità orientale di Venezia, questo storicamente proteggeva e custodiva, per la sua posizione e morfologia, i segreti delle costruzioni navali garantendo cosi alla Serenissima il primato incontestabile in fatto di potenza e di ricchezza nel Mediterraneo.
Della stesso senso di protezione e segretezza sembra aver bisogno il G20. Infatti il Forum Internazionale riunisce i rappresentanti delle maggiori economie del mondo e se ne capisce l’ importanza se si considera che i suoi membri rappresentato l’80% del GDP mondiale, il 75% del commercio globale e il 60% della popolazione del pianeta.
Il mondo sta affrontando sfide molti difficili e il G20 ha il ruolo di ricercare e identificare i punti deboli delle varie economie, coordinare e ridefinire nuovi programmi. In questo senso il Forum ha una enorme responsabilità nella capacita di capire, interpretare e fornire le risposte adeguate ad una situazione economica globalmente in crisi.
La pandemia ha avuto un forte impatto sulle varie realtà socio-economiche cosi come il cambiamento climatico e, solo recentemente, l’umanità è molto più accorta: i problemi locali diventano facilmente sfide del mondo globale. Questo è il motivo per cui il G 20 del 2021 a Venezia si focalizzerà soprattutto su tre temi: le persone, il Pianeta e la Prosperità.
Seppure buona parte del mondo ripone fiducia sugli esiti del G20, una minoranza della popolazione protesta ancor prima di conoscere gli esiti dei lavori. Non appena fuori dall’ingresso dell’Arsenale una trentina di giovani del gruppo “The Extinction Rebellion”, forma un sit-in colorato da canti, balli e musica, ricreando un’atmosfera tra l’hippy e la spiritualità buddista. Difronte a costoro sono schierati, ben attrezzati con scudi, manganelli e caschi una cinquantina di poliziotti.
La Voce di New York ha chiesto a Roberto, uno degli attivisti, ‘occhialetti alla John Lennon’, smilzo, alto, vestiti in cotone bianco e intorno al collo un sciarpetta di cotone sottile, i motivi della protesta. “Siamo convinti che le 20 nazioni più potenti e inquinanti al mondo ignorano l’allarme lanciato dalla comunità scientifica e non contrastano con i dovuti mezzi la sesta estinzione di massa e il collasso ecologico” ci risponde Roberto.

Il loro è un movimento non-violento ma nonostante questo le forze di sicurezza sembrano essere preparate a contrastare un evento di ribellione armata. Ad un certo punto la voce di una ragazza, Laura, del gruppo pacifista si eleva e intorno si fa silenzio. Parla, Laura, e descrive la condizione catastrofica a cui l’umanità sta andando incontro, poi si rivolge ai poliziotti immobili e possenti come le statue di Riace, e lei li invita a riflettere e ad unirsi alla loro protesta. Il suo sfogo termina con un pianto dirotto e con il conforto dei suoi amici. Insomma un cocktail di espressione di protesta dove anche il ‘black lives matter’ è evocato.
Di una cosa hanno certamente ragione i ragazzi della protesta: il G20 a Venezia si sta svolgendo come chiuso in una fortezza resa inaccessibile alla cittadinanza.
Il primo giorno dell’apertura lavori l’Arsenale è accessibile solo via mare grazie agli shuttle autorizzati con a bordo solo ospiti autorizzati. Tutta la zona arsenale è chiusa al pubblico, gli esercizi commerciali chiusi, i turisti deviati su altre zone, gli abitanti sono forniti di speciali permessi per uscire dal quartiere e farvi ritorno. Insomma un clima di allerta rosso. Giunti all’interno dell’arsenale ci si rende conto che questo è un convengono un po’ sui generis: gli ospiti vengono divisi in tre distinti gruppi a cui vengono assegnati tre distinte zone di frequentazione, nessun incontro casuale è lasciato al caso. I giornalisti in zona verde, cosi che possono solo relazionarsi fra di loro, mentre la zona blu è riservata ai delegati e la zona rossa ai ministri e alte autorità. La laguna, i canali, le calli nelle vicinanze dell’Arsenale sono abitate in questi giorni solo da uomini in divisa: carabinieri, guardia di finanza, polizia, guardia costiera, sommozzatori, vigili del fuoco e cani da fiuto, il cielo invece è trafficato da elicotteri: tutto in nome delle sicurezza.

La stampa deve limitarsi a seguire i lavori del Forum dalla sala stampa dove numerosi e rumorosi screen trasmetteranno on live gli interventi. Poiché il primo giorno è stato privo di contenuti programmatici la notizia della giornata si può riassumere in una riflessione: c’è da augurarsi che un ‘Forum blindato’ concorra a decisioni con ripercussioni positive tali da trasformare il pianto in Laura in una risata fragorosa.
.