Le monete nascono con la civiltà.
Le monete una volta dovevano essere di valore concreto: oro, argento, bronzo.
A un certo punto, nella storia dell’evoluzione sociale dell’uomo, è bastato che le autorità economiche, legate a quelle politiche, stampassero una moneta con un riferimento a un valore, spesso aureo, che oggi viene custodito nelle banche centrali.
Il denaro contante passa da una mano all’altra senza essere facilmente rintracciabile: la sua provenienza è di difficile individuazione.
“Pecunia non olet” è il motto romano che da sempre accompagna il denaro, appellato come “sterco del diavolo” quando si vuole sottolineare il suo potere corruttivo.
Oggi è proprio necessario ricorrere al contante? Questa è la domanda alla quale gruppi di persone vogliono rispondere, anche attraverso la costituzione di comitati civici e gruppi su Facebook e, adesso, anche con petizioni popolari come quella del giornale Il Fatto Quotidiano.
Tra questi, il gruppo di persone che ho messo insieme nel “Movimento per i Pagamenti Elettronici”.
L’idea è quella di eliminare il denaro contante attraverso la persuasione non violenta e senza nessun tipo di lucro: quasi una onlus!
Se vogliamo eliminare evasione, corruzione, droga, mafie criminali occorre che i pagamenti, attraverso le monete ufficiali, dollari, euro e le altre, vengano effettuati solo attraverso transazioni elettroniche!!!
Si, anche tra persone comuni: “Ti presto 50 euro: abilita lo smart phone che te le invio!”
Occorre superare i problemi che incontrerebbero le persone comuni di fronte a questa rivoluzione: nel diario del gruppo si vuole che i membri parlino anche di questo.
Tornando ai numeri, se si fa un bilancio tra quanto ammontano le transazioni elettroniche rispetto a quelle in contanti, ci accorgiamo che solo una piccola parte del totale viene effettuato in moneta.
Tutto il resto avviene tramite trasferimento di dati elettronici.
Il 10% delle transazioni economiche effettuate in contanti, però, a volte rappresentano veramente lo “sterco del diavolo”: la corruzione, il pagamento di merci illegali, l’evasione fiscale, il pizzo (estorsione), il lavoro nero, utilizzano al 90% il contante.
Se poi accoppiassimo questa misura a quella della messa fuori legge dei paradisi fiscali, avremmo risolto gran parte dei problemi che affliggono la società, a cominciare dalla povertà.
Quanti soldi che sfuggono al fisco o che prendono vie illegali si potrebbero recuperare: ciò consentirebbe agli stati del mondo di utilizzare i soldi per diminuire le tasse, favorire l’economia lecita e produttiva e soccorrere le tante persone, e non solo in Africa, che soffrono problemi di povertà.
Perché non è possibile uniformare il fisco in Europa?
L’evasione fiscale non permette ad alcune nazioni appartenenti all’Unione Europea di sistemare i propri bilanci e correggere il proprio debito pubblico; tra queste l’Italia che porterà, a causa della pandemia, il debito dall’attuale 133% al 155% l’anno prossimo rispetto al PIL.
I paesi Europei che hanno i conti più stabili non accettano di mettere in comune i debiti: una reale unione Europea passa attraverso questo passaggio, ovvero uniformare il più possibile i bilanci economici degli stati membri.
E’ strategicamente necessario eliminare l’evasione fiscale: solo attraverso il tracciamento dei pagamenti è ragionevole potere ridurre fortemente l’evasione.
Dovremmo chiederci perché nessuno si sia fatto carico di proporre una rivoluzione digitale del genere e il futuro, nonostante i progressi tecnologici che consentirebbero la svolta, non è roseo per l’affacciarsi dei nuovi speculatori che con le loro nuove monete elettroniche remano contro una simile eventualità.
A queste si sommano le forze disgregatrici che, per motivi di supremazia, non vogliono un mondo libero e veramente equo.
Il futuro è nei sistemi di controllo e la moneta elettronica, euro, dollaro, yen, rublo, yuan virtuali saranno la chiave per il superamento dei problemi sociali ed economici che impoveriscono tanti per favorire i soliti pochi.