A metà giugno Facebook, la più importante piattaforma di messaggistica online, ha annunciato che a Ginevra, in Svizzera, dal 2020 sarà attivo Calibra, un consorzio per la gestione di Libra, la nuova cripto-valuta ultima arrivata tra i nuovi sistemi di pagamento immateriale.
A questo progetto per ora hanno promesso la loro adesione, in qualità di “Membri Fondatori”, alcuni nomi conosciuti dal grande pubblico: PayPal; Mastercard; Visa; eBay; Spotify AB; Uber Technologies Inc.; Vodafone Group. Gli scambi avverranno grazie ad una tecnologia già usata per Bitcoin: la Blockchain che consiste in un pubblico registro di scambi sul web gestito dagli stessi utenti.
Anche in questo caso, il tutto dovrebbe essere coordinato da Facebook. Come sempre: fatto il prodotto, trovato il cliente.
Ma come, dove e da chi potrà essere formata questa clientela?
Mentre la stampa mondiale ha già iniziato a versare fiumi di inchiostro in proposito noi ci limitiamo a qualche commento. Innanzitutto chiariamo che un conto sono le cripto-valute mentre tutt’altra cosa è la tecnologia Blockchain che ne regola il funzionamento. Per quanto riguarda il primo aspetto, sarebbe opportuno che la comunità finanziaria internazionale cominciasse ad interrogarsi su queste valute invisibili chiedendosi, nello specifico, quali sono le esigenze cui rispondono e di cui le banche già oggi non si possono occupare? Per quale motivo nessuna banca ha formalmente dichiarato il suo interesse a partecipare a questo tipo di progetto? Probabilmente perché siamo solo all’inizio di un percorso normativo che si prevede complicato e selettivo e complicato per i gestori di questi servizi e soprattutto per gli utenti il cui denaro, come in passato, rimane la linfa vitale del potenziale successo di questa nuova iniziativa.
Negli Stati Uniti, la deputata democratica californiana Maxine Waters, Presidente dell’House Financial Services Committee, ha fissato un incontro per esaminare il progetto Libra. Nel frattempo però la deputata ha anche chiesto a Facebook di interromperne lo sviluppo fino a quando i punti fondamentali di questa iniziativa non avranno trovato risposta. Inoltre, in termini di principio, la Commissione Finanza della Camera sarebbe orientata ad emanare una legge per impedire alle società tecnologiche di adottare monete digitali. Sanzione prevista per i trasgressori: una multa di un milione di dollari al giorno.
Tornando a Libra, il progetto di Facebook promette di assicurare stabilità alla nuova moneta-fantasma garantendola con depositi vincolati a “monete-forti”. Risultato: dato che la disponibilità di questa valuta é definita dal libero gioco di domanda-offerta, una consistente richiesta della nuova moneta invisibile potrebbe causare oscillazioni delle valute che la garantiscono creando problemi anche alle banche centrali il cui compito è proprio quello di assicurarne la stabilità. Ricordiamo che la Banca d’Italia a fine anni Settanta vietò la circolazione dei cosiddetti “miniassegni”, denaro alternativo emesso da vari istituti di credito nazionali per sopperire alla carenza di moneta metallica, proprio per riappropriarsi del controllo della liquidità circolante sul mercato e che, nel frattempo, la valuta-ombra aveva gonfiato a dismisura.
Altra caratteristica di Libra è quella di proporsi come mezzo di facilitazione per le transazioni finanziarie degli utenti. Ma questa funzione viene già soddisfatta, solo per fare un esempio, dalle normali carte di credito ed in particolare dalle carte di debito: anonime e pre-pagate.
Libra poi offrirebbe una piattaforma finanziaria anche ai cosiddetti “unbanked”: clienti privi di un conto corrente. Purtroppo questa categoria comprende soggetti che non dispongono di fondi sufficienti o la cui reputazione commerciale è compromessa relegandoli al ruolo di “clienti ingestibili”.

A Facebook, al suo prodotto Libra, e più in generale all’espandersi del fenomeno delle cripto-valute, per ora va riconosciuto un merito: avere avviato un dibattito sulle carenze funzionali dell’attuale architettura finanziaria. Non è un caso che le maggiori banche mondiali siano state invitate a collaborare a progetti come Libra: ma finora hanno rifiutato senza dare spiegazioni.
Come interpretare questo atteggiamento? La realtà è proprio come sembra? Qual’è il parere degli esperti e dei centri di ricerca sulle monete invisibili come Libra e, in generale, sulla tecnologia che ne permette gli scambi?
Allo stato attuale è bene limitarsi alla realtà dei fatti. “Il successo della moneta Libra di Facebook dipenderà da come il consorzio Calibra riuscirà a consolidare l’evoluzione dei rapporti fra gli associati”, ha commentato Sheila Warren, Responsabile Blockchain e Distributed Ledger Technology-DLT presso il Centro per la Quarta Rivoluzione Industriale del World Economic Forum di San Francisco. “Il Blockchain nasce come uno sport di squadra – ha affermato la Warren – Anche la creazione di Libra da parte di Facebook segue la stessa regola. Il punto centrale rimarrà il funzionamento della partnership fra i vari partecipanti all’espansione del progetto mantenendosi fedele ai suoi principi costitutivi. Il nostro osservatorio prende atto che è in corso un’espansione a livello mondiale di progetti legati alla tecnologia Blockchain, fra i quali c’è proprio la creazione di monete digitali. In particolare, le nostre ricerche hanno constatato che più di quaranta banche centrali sono attualmente impegnate ad analizzare questa tecnologia e il fenomeno delle monete digitali. Si tratta di organizzazioni che appartengono ad istituzioni fra le più prudenti e guardinghe al mondo ma anche loro stanno esplorando il potenziale di questa tecnologia, seppure con molta cautela e verificando che queste procedure trovino effettivo utilizzo solo per finalità operative”.
“Naturalmente – ha dichiarato il Centro ricerche del World Economic Forum – la visibilità internazionale di un nome come Facebook e gli utenti di questa piattaforma, che, presi nel loro insieme rappresentano una sostanziale porzione della popolazione mondiale, sicuramente contribuiranno a rendere ancora più popolari queste tecnologie. Attualmente parlare di Blockchain ed in particolare di moneta virtuale rimane un argomento che suscita sempre grandi aspettative. Ma la semplice tecnologia Blockchain non è un rimedio universale in quanto è efficace solo per la soluzione di problemi specifici, ed in particolare trova spesso il suo utilizzo ottimale quando viene usata con la supervisione di organismi governativi”.