Prima che giornali e tv comincino a strombazzare “l’aumento delle presenze turistiche in Sicilia” – perché in una Sicilia che cola a picco c’è anche da aspettarsi questo, tipo qualche sommatoria informe di turisti e visitatori che vengono ‘scaricati’ in Sicilia dalle navi da crociera, per ritrovarsi, è il caso di Palermo, a fare la gimkana tra munnizza, strade scassate e piazze con gli alberi tagliati – abbiamo chiesto a Salvatore ‘Totò’ Scalici, direttore regionale della Confcommercio e direttore dell’Ente bilaterale del Turismo, come vanno le cose in questo settore. Scalisi si occupa da decenni di turismo in Sicilia. Ne ha viste di tutti i colori: Prima Repubblica, Seconda Repubblica e, negli ultimi tre anni, Rosario Crocetta e i suoi assessori ‘tecnici’ alla Regione e i taglia alberi al Comune di Palermo.
“Cosa vedo? Vedo una grande confusione – ci dice Scalisi -. In Sicilia e a Palermo”.
Cominciamo con gli albergatori che sono diventati gestori di centri di accoglienza per migranti. E’ vero che il fenomeno, in Sicilia, è molto diffuso?
“Verissimo. Sono tanti titolari di piccole e medie strutture alberghiere che, ormai da tempo, lavorano con i migranti. Penso alle Madonie. Ma anche ad altre parti della Sicilia occidentale e orientale. Come, ad esempio, a certe strutture alberghiere che hanno sede a Piazza Armerina”.
A quanto pare il fenomeno riguarda anche strutture agri-turistiche e, addirittura, ville private.
“Su questi argomenti non ho notizie di prima mano. Mi occupo di strutture alberghiere. Anche se certe notizie girano”.
La Sicilia è la Regione italiana che ospita più migranti. Nel calcolo che viene fatto e diffuso dai media rientrano anche i migranti ospitati nei tanti hotel della Sicilia, o i dati ufficiali fanno riferimento solo ai centri di accoglienza?
“Questa è una domanda da mille punti. Diciamo che questo interrogativo ce lo poniamo in tanti”. (sopra, a destra, un'immagine tratta da informasicilia.it)
La risposta qual è?
“Non abbiamo una risposta”.
Per il resto che succede?
“Abbiamo una seconda fascia di albergatori che praticano prezzi bassi. E poi la grande confusione degli hotel a 5 stelle”.
Cioè?
“Semplice: in Sicilia ci sono hotel a 5 stelle da 70-80 euro. Poi magari non ti portano nemmeno le valigie in camera. E non assicurano il servizio ristorante fino a mezzanotte. Però passano per hotel a 5 stelle. Ci deve essere qualche problema, no?”.
Ma la Regione siciliana, con riferimento all’assessore Cleo Li Calzi, è a conoscenza di queste realtà?
“Guardi, mi dispiace di essere così tranciante, ma la mia impressione sull’operato dell'assessore Li Calzi non è positiva”.
In che senso?
“Nel senso che l'attuale assessore regionale non sa nemmeno dove sta di casa il turismo. Da parte della Regione siciliana, oggi, non c’è una strategia culturale e politica. Nulla di nulla. Finora l’assessore Li Calzi ha scopiazzato lo schema dell’ex assessore Filadelfio Basile. Schema che andava bene venticinque anni fa. Mi dicono che, per ora, si sta occupando del turismo religioso…”.
Magari un giorno la faranno santa, chissà…
“Sì, ma del presente, dei problemi che oggi vive il turismo in Sicilia chi se ne occupa? L’assessore Li Calzi non ha alcun contatto con la realtà turistica della nostra Isola. Non ha mai coinvolto gli operatori del settore. Non si è mai fatta carico del grave problema dell’abusivismo. Insomma, non parla con nessuno”. (sopra, a sinistra, un'immagine dell'assessore regionale al Turismo, Cleo Li Calzi)
Qui la dobbiamo smentire: parla spesso con l’onorevole Antonello Cracolici, il politico che l’ha piazzata nella Giunta regionale di Rosario Crocetta…
“Non conosco questi particolari. Ma le assicuro che l’assessore Li Calzi non ha alcun rapporto con la realtà turistica siciliana. Per esempio, mi chiedo e chiedo: a chi diamo i soldi pubblici per la promozione turistica, con riferimento agli incentivi con il trasporto aereo? Detto questo, non ho alcuna difficoltà ad affermare che molti dei turisti che arrivano in Sicilia con gli aerei trovano posto nelle strutture alberghiere abusive. Questo perché non c’è alcun controllo sui flussi turistici in arrivo nella nostra Isola”.
Ci sta dicendo che non si conosce il rapporto tra arrivi di turisti con gli aerei e numero di presenze nelle strutture ricettive ufficiali?
“Ho detto e lo ribadisco: molti dei turisti che arrivano in Sicilia trovano ospitalità nelle strutture abusive. Punto”.
E dei turisti che sbarcano in Sicilia con le navi da crociera?
“Intanto non sono turisti, ma escursionisti. Sono cavallette: arrivano, fanno quattro salti e vanno via. Certo, potrebbero diventare un’occasione per incrementare le presenze turistiche. Se trovano belli e accoglienti i luoghi che visitano per qualche ora possono tornare. Purtroppo, visitando certe città siciliane, piene di immondizia e con servizi carenti, potrebbero decidere di non tornare più”.
Si riferisce a Palermo piena di immondizia, con le strade scassate e, adesso, anche con gli alberi di Piazza Politeama tagliati?
“Mi riferisco a Palermo, ma anche ad altre cittadine turistiche della Sicilia. Dove sono i servizi per i turisti? Si parla tanto del percorso arabo-normanno di Palermo, Monreale e Cefalù. Gli arabi e i normanni sono stati bravissimi a realizzare questi monumenti che fanno parte della storia dell’umanità. Ma noi cosa abbiamo fatto? Dove sono i servizi per i turisti che arrivano a Palermo, a Monreale e a Cefalù? Forse l’unico Comune che si sta ponendo questo problema è Monreale. Il resto è un delirio. I turisti che arrivano a Palermo per visitare la Cattedrale non hanno a disposizione nemmeno i vespasiani. E’ normale tutto questo?”.
Però c’è un bel convegno sul percorso arabo-normanno. Con tanti intellettuali. E c’è l’Unesco…
“Per favore, non mi parlate dell’Unesco. La Valle dei Templi di Agrigento fa parte della lista dei monumenti protetti dall’Unesco. Ebbene, i signori dell’Unesco hanno trovato normale il progetto per il più grande rigassificatore d’Europa da realizzare a un chilometro dalla Valle dei Templi. Ma di che cosa stiamo parlando? Siamo alla farsa”.
In compenso Renzi e Crocetta hanno portato le trivelle nei nostri mari…
“Altro argomento allucinante. Cercare petrolio e gas nel Mediterraneo, in un mare chiuso, con gli equilibri ecologici delicatissimi. E’ una vergogna. E chi è che sta facendo la battaglia per scongiurare le trivelle? Noi e Greenpeace”.
A dir la verità c’è anche ANCI Sicilia, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani della nostra Isola.
“Allora diciamola tutta, la verità: ci sono Comuni siciliani che stanno combattendo la giusta battaglia contro le trivelle. Ma ce ne sono altri – i Comuni siciliani che aspettano le royalties – che sono, di fatto, favorevoli alle trivelle. E’ tutta una questione di soldi. Un’altra vergogna”.
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