Negli Stati Uniti c'è una "enorme attenzione all'Italia come luogo di investimento e di grandi potenzialità". A dirlo è il ministro dell'Economia e della Finanze, Pier Carlo Padoan, durante una conferenza stampa organizzata al Consolato italiano di New York e concludendo così la sua missione negli Stati Uniti iniziata lunedì scorso a Washington Dc.
Ma solo rose e fiori sulle speranze del governo Renzi di attirare capitali Usa in Italia? Quando la Voce di New York ha chiesto al ministro quale fosse delle tre maggiori "problematiche" italiane, 1) gli scandali e la corruzione (Expo, Mose…), 2) la troppa evasione fiscale, e 3) la giustizia troppo lenta, quella che continua a scoraggiare di più gli americani dall'investire in Italia, Padoan non ha esitato un attimo a rispondere: "La giustizia lenta. E la difficoltà nel muoversi nella giurisprudenza che regola per esempio le situazioni fallimentari, e la posizione dei creditori in queste situazioni". E su gli altri problemi? "Quello che ci chiedono è semplificare la pubblica amministrazione, renderla più efficiente, in molti casi anche grande attenzione alla riforma nel mercato del lavoro che semplifica e facilita le relazioni e che in alcuni casi viene vista come uno fattore che potrebbe aumentare l'insidiamento produttivo in Italia di imprese straniere".
Padoan negli Stati Uniti è venuto per illustrare le riforme del governo Renzi per l'Italia, cercando quindi di rassicurare i potenziali investitori e promuovendo il piano di privatizzazioni in programma, come quelli con Enav, Poste e Fincantieri. A New York Padoan ha visto i vertici della Berkshire Hathaway, la holding che fa capo a Warren Buffett, e anche l'amministratore delegato di Citigroup, Michael Corbat. A Wall Street anche l'incontro con Larry Fink, numero uno di BlackRock, il fondo che ha già investito in alcune banche italiane.
Prima di New York, la tappa del ministro dell'economia di Renzi è stata a Washington DC, dove Padoan ha molti contatti legati alla sua passata carriera al Fondo Monetario Internazionale. Una crescita, quella dell'Italia che anche se ancora debolissima, almeno comincia a intravedersi e quindi deve diventare un'opportunità anche per attrarre investimenti dall'estero. E' stata proprio l'Ocse ha dichiarare ufficialmente martedì i progressi economici dell'Italia dopo tanto tempo di statistiche negative. Cercando anche di promuovere, tra mille difficoltà, l'Expo 2015, Padoan si è presentato negli Stati Uniti con un certo ottimismo confortato soprattutto dal risultato elettorale delle europee che ha sparso fiducia allàestero nei confronti dell'Italia . ''I compiti più importanti dell'Italia e dell'Europa sono tornare a una crescita forte e con questa alla creazione di posti di lavoro'' aveva detto Padoan alla vigilia del suo viaggio in USA. ''Una riforma della Pubblica amministrazione in Italia è assolutamente decisiva. E anche la migliore delle leggi non serve a nulla, se poi non viene applicata. Stiamo lavorando per renderla più efficiente''.
"Negli Stati Uniti c'è una grossa apertura di credito verso l'Italia": ha ribadito il ministro dell'economia, facendo a New York il bilancio della sua missione Usa. "Il contrasto alla corruzione, ovunque si celi, va avanti – ha detto ancora il ministro -. E gli ultimi sviluppi lo dimostrano". Il ministro ha anche confermato che le attuali stime per la crescita per l'Italia "sono quelle del Def e per ora non sono cambiate rispetto a quel quadro".
A Padoan è stato chiesta una dichiarazione sull'inchiesta che ha coinvolto i vertici della Guardia di Finanza: "La notizia mi addolora, esprimo la mia totale fiducia nelle Guardia di Finanza e nei suoi membri" ha detto il ministro dell'Economia. E comunque "il contrasto alla corruzione, ovunque si celi, va avanti e gli ultimi sviluppi lo dimostrano".
Ad una domanda sul problema crescente dell'immigrazione che comporterrebbe anche costi economici in crescita per l'Italia, Padoan ha risposto: "E' vero che c'è un costo legato all'immigrazione ma ci sono anche benefici… Questo è un problema umanitario che riguarda certamente l'Italia ma anche l'Europa nel suo complesso" ha continuato il ministro, e quindi "l'Europa deve prendersi carico della questione".