Tulsi Gabbard, attuale Direttrice dell’intelligence nazionale, ha recentemente rilasciato accuse esplosive secondo cui l’ex presidente Barack Obama e alti funzionari della sua amministrazione avrebbero falsificato e politicizzato informazioni di intelligence per avviare l’indagine sulle interferenze elettorali della Russia, dopo la sorprendente vittoria di Donald Trump nel 2016.
Dopo giorni di silenzio, un portavoce di Obama, Patrick Rodenbush, ha dichiarato: “Per rispetto alla carica presidenziale, il nostro ufficio normalmente non degna di una risposta le continue assurdità e disinformazioni che escono dalla Casa Bianca. Ma queste affermazioni sono abbastanza oltraggiose da meritarne una. Queste accuse bizzarre sono ridicole, nonché un debole tentativo di distrarre la gente”.
Gabbard sostiene che, dopo la vittoria di Trump nel 2016, Obama avrebbe convocato alti funzionari della sicurezza nazionale – tra cui James Clapper, John Brennan, Susan Rice e altri – per elaborare una nuova valutazione di intelligence che suggerisse un’interferenza russa. Secondo la direttrice, ciò contraddice precedenti valutazioni secondo cui era improbabile che Mosca influenzasse le elezioni tramite mezzi informatici.
Gabbard ha definito tale vicenda come una “cospirazione”, un “colpo di stato durato anni” volto a minare la presidenza di Trump. Il suo ufficio ha presentato un’istanza di indagine penale al Dipartimento di Giustizia. Lei e il presidente sostengono che non vi sia stato alcun hackeraggio russo delle elezioni. Tuttavia, non è mai stato affermato che i russi avessero hackerato le macchine per il voto; piuttosto, le accuse all’epoca dell’indagine affermavano che le content farm sostenute da Mosca avessero supportato l’elezione di Trump.
Il 20 luglio, Gabbard ha consegnato al Dipartimento di Giustizia un dossier di oltre 100 pagine che, a suo dire, avrebbe dimostrato come Obama e Hillary Clinton, all’epoca candidata democratica, avessero ordito un piano per delegittimare la vittoria del leader del MAGA, tentando di far credere all’opinione pubblica che fosse dovuta all’interferenza della Russia. In una conferenza stampa, Gabbard ha parlato apertamente di una “cospirazione interna”.
Secondo lei, i rapporti di intelligence diffusi all’epoca dalla leadership democratica si basavano su dati inventati, utilizzati per alimentare indagini giudiziarie, tensioni internazionali e per promuovere un possibile tentativo di impeachment contro il neoeletto leader repubblicano.
Dopo che Gabbard gli ha consegnato il dossier, Trump non ha perso tempo, attaccando l’ex-leader democratico, forse anche con l’intento di distogliere l’attenzione dei più dal caso Epstein. Il possibile coinvolgimento del presidente in questa oscura vicenda, d’altronde, continua a creare fratture e divisioni tra i suoi stessi sostenitori.
Il leader MAGA ha quindi prima pubblicato sui suoi canali social un video generato con l’AI, nel quale si vede Obama che viene arrestato ed ammanettato alla Casa Bianca. In seguito, Trump ha dichiarato che il suo predecessore dovrebbe essere accusato di “tradimento”. Ha inoltre affermato che l’allora vicepresidente Joe Biden, l’ex direttore dell’FBI James Comey, l’ex direttore del DNI James Clapper e l’ex capo della CIA John Brennan potrebbero affrontare accuse penali a causa di tale vicenda.
Nel confutare le accuse mosse da Gabbard e Trump, il portavoce del team di Obama ha aggiunto: “Nulla nel documento rilasciato la scorsa settimana sminuisce la conclusione ampiamente accettata che la Russia ha lavorato per influenzare le elezioni presidenziali del 2016, ma non ha manipolato con successo alcun voto. Queste conclusioni sono state confermate in un rapporto del 2020 della Commissione bipartisan per l’Intelligence del Senato, guidata dall’allora Presidente Marco Rubio”.