Il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, ha definito “moralmente inaccettabile” la situazione umanitaria in corso nella Striscia di Gaza. Lo ha fatto martedì in conferenza stampa a Gerusalemme, al termine di una visita condotta insieme al patriarca greco-ortodosso Theophilos III, culminata venerdì scorso nell’area della Chiesa della Sacra Famiglia, colpita da un bombardamento israeliano che ha causato tre morti e diversi feriti, tra cui il parroco locale.
“È ora di porre fine a questa follia e a questa guerra,” ha detto il cardinale, massimo rappresentante della Chiesa cattolica in Terra Santa. “Ogni ora senza cibo, acqua, medicine e riparo infligge un danno profondo. È una questione di vita o di morte. È moralmente inaccettabile e ingiustificabile.”
Il compound cristiano visitato dai due patriarchi si trova nel cuore di Gaza City ed è tra i pochi ancora funzionanti. La visita di Pizzaballa è una delle poche missioni ufficiali all’interno della Striscia, dato che l’ingresso nell’enclave è stato reso praticamente impossibile per delegazioni esterne da quando, lo scorso 7 ottobre, è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas.
Durante la visita alla chiesa danneggiata, le due autorità religiose hanno incontrato i membri della comunità cristiana locale, sempre più isolata e ridotta a poche centinaia di persone. Il patriarca latino ha preferito non commentare direttamente la versione fornita dal governo israeliano, che ha parlato di “fuoco vagante” e promesso un’indagine. “Non possiamo provare nulla,” ha dichiarato Pizzaballa, “ma quel che abbiamo visto solleva domande.”
Giovedì, il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva attribuito la responsabilità dell’attacco a munizioni vaganti, precisando che “Israele sta indagando sull’incidente e resta impegnato a proteggere i civili e i luoghi sacri.” Tuttavia, sia Pizzaballa sia un rappresentante del Vaticano hanno espresso perplessità sulle spiegazioni offerte da Tel Aviv.
Il giorno successivo, Netanyahu ha avuto un colloquio telefonico con Papa Leone XIV. Secondo quanto riferito dalla Santa Sede, il pontefice ha rinnovato il proprio appello per la cessazione immediata delle ostilità, la protezione dei civili e il rispetto dei luoghi di culto, esprimendo forte preoccupazione per “la drammatica situazione umanitaria” in cui versa la popolazione di Gaza.
Dall’inizio della guerra, l’accesso agli aiuti umanitari nella Striscia è stato oggetto di costanti limitazioni, aggravando la crisi alimentare e sanitaria. Pizzaballa ha ribadito la necessità urgente di aprire corridoi umanitari e permettere l’ingresso di forniture essenziali: “Non possiamo accettare che l’umanità venga sospesa in questo modo. Non è solo una crisi politica o militare, è una crisi morale.”