Il più grande incendio degli Usa registrato finora nel 2025, si è sviluppato in Oregon, ed ha già divorato oltre 38.000 ettari di territorio, costringendo le autorità a mobilitare più di 900 vigili del fuoco e a ordinare evacuazioni in diverse zone delle contee di Jefferson e Wasco. Si tratta del Cram Fire, un rogo imponente che, nonostante i progressi nel contenimento, stimato al 49%, potrebbe crescere ancora fino a superare i 40.000 ettari, trasformandosi così nel primo mega incendio, dell’anno.
Secondo i funzionari dello Stato centrale, la superficie colpita è stata leggermente ridimensionata rispetto alle stime iniziali, grazie a una mappatura più accurata. Tuttavia, la situazione resta critica. I venti, le alte temperature e la siccità hanno alimentato l’espansione del fuoco, che ha già divorato quattro abitazioni e altre strutture.
Il responsabile delle operazioni dell’Oregon State Fire Marshal, Scott Stutzman, ha dichiarato che le condizioni meteorologiche degli ultimi giorni particolarmente favorevoli, hanno permesso alle squadre di effettuare un lavoro efficace. Gli operatori stanno comunque continuando a presidiare l’area e a collaborare con i partner forestali lungo il perimetro per evitare nuovi focolai.
Il rischio, tuttavia, è tutt’altro che superato. Come ha spiegato Stanton Florea, portavoce del National Interagency Fire Center, il principale centro di coordinamento americano per la gestione degli incendi boschivi, un rogo che superi i 40.000 ettari entra nella categoria dei “mega incendi”: fenomeni rari fino a pochi anni fa, ma ormai sempre più frequenti. Anche nel 2024, sei incendi sul territorio avevano raggiunto questo livello. Florea ha sottolineato che stagioni degli incendi più lunghe, intensità crescente e durate più prolungate sono ormai una costante: si parla sempre più spesso di un “anno del fuoco” permanente, senza più una vera fine dell’emergenza.
Secondo i dati del centro, sono già stati registrati 40.934 roghi da inizio anno, il numero più alto dell’ultimo decennio, per questo periodo. Tuttavia, solo una piccola percentuale raggiunge le dimensioni catastrofiche: meno dell’1% diventa una vera conflagrazione, ma questi pochi casi rappresentano la gran parte della superficie bruciata.
Dietro l’aumento dei mega incendi c’è un fattore ormai incontestabile: il cambiamento climatico, che rende più probabili condizioni estreme come ondate di calore. Questi elementi possono trasformare un focolaio di media entità in un evento fuori controllo in poche ore.
Il Pacifico nord-occidentale, ha spiegato Florea, è attualmente l’area di massima priorità nazionale, con almeno nove grandi focolai attivi solo in Oregon. Le risorse disponibili vengono quindi concentrate dove il rischio è più alto, ma ciò comporta anche difficili scelte operative. Le squadre lavorano su turni estenuanti, spesso 24 ore su 24, mentre il sistema antincendio nazionale è sotto forte pressione.
Intanto, l’Ufficio del Fire Marshal dello Stato, l’autorità pubblica specializzata nella prevenzione, ha annunciato che modificherà progressivamente la propria risposta man mano che il contenimento migliorerà, anche se l’emergenza resta immutata.