Durante la sua vincente campagna elettorale dello scorso anno, Donald Trump promise a più riprese che, una volta tornato alla Casa Bianca, avrebbe messo fine a tutte le guerre. Le cose, però, sono andate diversamente.
In soli pochi mesi, infatti, il leader MAGA ha supervisionato quasi lo stesso numero di attacchi aerei di quanti ne abbia lanciati Joe Biden durante i quattro anni della sua presidenza. Durante il governo Trump, infatti, i raid effettuati sono stati già 529, poco meno dei 555 effettuati dall’amministrazione capitanata dal leader democratico.
Secondo i dati di Acled (Armed Conflict Location and Event Data), Siria, Iraq, Yemen e Somalia erano già stati presi di mira anche durante il governo Biden, ma Trump ha aperto un nuovo fronte attaccando il programma nucleare iraniano ed intensificando i raid in questi paesi. “L’esercito statunitense si sta muovendo più velocemente, colpendo più duramente e lo sta facendo con meno limitazioni”, ha affermato il professor Clionadh Raleigh, amministratore delegato di Acled.
Lo stesso Trump ha parlato di tale strategia, con la quale intende raggiungere “la pace attraverso la forza”. “Misureremo il nostro successo non solo in base alle battaglie che vinceremo, ma anche in base alle guerre che porteremo a termine e, forse ancora più importante, a quelle in cui non saremo mai coinvolti”, ha spiegato il leader statunitense.
Tuttavia, la strategia ha generato tensioni e divisioni all’interno dello stesso movimento MAGA. Il mese scorso, importanti sostenitori del presidente, tra cui Tucker Carlson, si sono lamentati del fatto che attaccare l’Iran andava contro le promesse isolazioniste della sua agenda “America First”.
Marjorie Taylor Green, altra supporter trumpiana, ha invece affermato che esiste una “divisione molto grande” nella base dei fedelissimi MAGA a causa dei vari interventi militari all’estero.
La maggior parte degli attacchi ordinati da Trump hanno avuto luogo nello Yemen, dove a marzo ha intensificato drasticamente la campagna aerea statunitense contro i militanti Houthi, sostenuti dall’Iran, che minacciano il commercio nel Mar Rosso.
Il presidente intensificato i raid anche in Somalia, dove le forze statunitensi hanno colpito i militanti dello Stato Islamico e anche al-Shabaab. A marzo, la Casa Bianca ha annunciato di aver eliminato un importante stratega dell’Isis.
Gli attacchi di Trump si sono concentrati principalmente sul Medio Oriente e sul Corno d’Africa, e sono culminati con i raid contro l’Iran del mese scorso. Qui, i bombardieri stealth B-2 hanno sganciato le più recenti bombe “bunker buster” GBU-57 A/B Massive Ordnance Penetrator, specificamente progettate per attaccare tunnel rinforzati e interrati in profondità.