Caso Epstein, il sarcasmo di Musk: “Trump dovrebbe pubblicare i documenti”
Elon Musk ha preso in giro Donald Trump per la sua affermazione secondo cui i documenti relativi all’indagine federale su Jeffrey Epstein sarebbero “una montatura”. “Incredibile che Epstein si sia ‘suicidato’ e che Ghislaine sia in un carcere federale per una montatura”, ha scritto Musk sulla sua piattaforma X, in risposta al tentativo del presidente degli Stati Uniti di sviare le domande su Epstein, morto in carcere mentre scontava una condanna per abusi sessuali su minori, e sulla sua complice Ghislaine Maxwell, mettendo in dubbio l’autenticità dei documenti che il suo dipartimento di giustizia si rifiuta di rendere pubblici. “Dovrebbe semplicemente pubblicare i documenti e indicare quale parte sarebbe la montatura”, ha aggiunto Musk, nell’ennesima schermaglio con il suo ex alleato. Trump, nel frattempo, si è scagliato contro i suoi stessi sostenitori mercoledì, definendoli “creduloni” e “deboli” per aver messo in discussione la trasparenza dell’inchiesta segreta del governo su Epstein, il defunto criminale sessuale. Il presidente USA ha inoltre insultato quei Repubblicani che credono ci siano ancora cose da scoprire sul caso, definendoli “stupidi” e “sciocchi”.
Dodici migranti fanno causa a Trump per gli arresti nei tribunali
Dodici migranti hanno intentato una causa collettiva contro l’amministrazione Trump, accusando il Dipartimento di Giustizia e il Dipartimento della Sicurezza Interna di aver collaborato per arrestare e deportare migliaia di persone che si erano presentate perché convocate per le udienze presso i tribunali per l’immigrazione. Una coalizione di organizzazioni a tutela dei diritti dei migranti – tra cui il Refugee and Immigrant Center for Legal Education and Services (RAICES), il National Immigrant Justice Center (NIJC), Democracy Forward e il Lawyers’ Committee for Civil Rights of the San Francisco Bay Area (LCCRSF) – ha presentato la causa per conto di 12 querelanti, la maggior parte dei quali cercava protezione negli Stati Uniti da violenze anti-LGBTQ+ o mutilazioni genitali femminili. A maggio, le autorità federali hanno iniziato ad arrestare persone all’interno dei tribunali per l’immigrazione, da New York e Arizona fino allo stato di Washington, in quella che è apparsa come un’operazione coordinata. Il mese successivo, il revisore dei conti di New York City e candidato sindaco Brad Lander è stato arrestato mentre accompagnava un migrante in tribunale. Da allora, la Corte Suprema ha autorizzato l’amministrazione Trump a deportare migranti verso paesi di cui non sono cittadini, inclusi luoghi segnati da conflitti come il Sud Sudan.
L’opposizione ungherese avverte i Dem: “muovetevi adesso”
L’opposizione in Ungheria allerta i Democratici a muoversi subito in vista delle elezioni di metà mandato del 2026 e abbandonare la mentalità del “non può succedere qui”, se vogliono impedire a Donald Trump di portare a termine una presa di potere su vasta scala. Katalin Cseh, parlamentare ungherese opposta al premier autocratico Vikotr Orbàn, lo ha detto durante un forum sull’autoritarismo. Secondo Cseh, l’Ungheria è importante perché Trump e il suo movimento “Make America Great Again” (MAGA) hanno preso a modello Orbán e il suo partito di governo, Fidesz.
La parlamentare del partito di opposizione ungherese Momentum Movement ha detto “L’arretramento democratico ci è passato accanto come un treno, senza che nessuno si rendesse conto di quanto fosse avanzato. Per questo è fondamentale prestare attenzione fin dall’inizio… [e] mobilitarsi”. Orbán – che ha proclamato la sua adesione alla “democrazia illiberale” – ha consolidato il suo potere su tribunali, media e università in 15 anni di governo e quattro vittorie elettorali consecutive.
Parlando in un webinar organizzato dal Center for American Progress, un think tank con sede a Washington, Cseh ha messo in guardia gli elettori americani dall’illusione che il loro paese sia immune da simili sviluppi. “Iniziate a prepararvi per le elezioni di metà mandato già da ieri. Andate a ogni protesta, partecipate a ogni marcia, state al fianco di chiunque venga attaccato, non importa se si tratta di un gruppo a cui appartenete o di qualcosa che non condividete personalmente. Dovete restare uniti e sostenere chi si sente isolato e solo”. Cseh ha invitato i Democratici e gli attivisti a cercare “candidati per le elezioni di metà mandato o per qualsiasi altra elezione che possano davvero entusiasmare le persone – non necessariamente le stesse vecchie facce che la gente vede da anni e in cui non ripone più molta fiducia, ma leader visionari… che facciano parte di una comunità, che siano perseguitati”.