Reuters: un terzo degli avvocati dell’amministrazione Trump ha lasciato l’incarico
Il settore del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti incaricato di difendere in tribunale le principali politiche dell’amministrazione Trump – come la limitazione del diritto di cittadinanza per nascita e i tagli ai finanziamenti all’Università di Harvard – ha perso quasi due terzi del suo personale, secondo un elenco visionato da Reuters. Sessantanove dei circa 110 avvocati della Federal Programs Branch hanno lasciato volontariamente il settore dalla vittoria elettorale di Donald Trump nel novembre scorso, o hanno annunciato l’intenzione di farlo, secondo un elenco redatto da ex avvocati del Dipartimento di Giustizia e esaminato da Reuters. Il dato non era stato riportato finora. Utilizzando documenti giudiziari e profili LinkedIn, Reuters è riuscita a verificare le partenze di tutti i nominativi dell’elenco, tranne quattro. Quattro ex avvocati dell’unità e altre tre persone a conoscenza delle dimissioni hanno riferito che parte del personale si è sentita demoralizzata ed esausta dovendo difendere l’amministrazione Trump da un’ondata continua di cause legali.
L’Ad di JP Morgan difende l’indipendenza “cruciale” della Fed
L’amministratore delegato di JP Morgan Chase, Jamie Dimon, ha difeso l’indipendenza “assolutamente cruciale” del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, su cui Donald Trump continua a fare pressione chiedendo tagli immediati dei tassi d’interesse. Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, ha dichiarato martedì che è già iniziato un processo formale per la scelta di un successore del presidente della Fed, nonostante il suo mandato non scada prima del prossimo maggio. Trump ha più volte criticato Powell, definendolo “molto stupido” e un “grande perdente”. La settimana scorsa, il presidente ha pubblicato sui social una nota scritta a mano indirizzata a Powell, in cui affermava: “Hai fatto perdere una fortuna agli Stati Uniti e continui a farlo. Dovresti abbassare i tassi – di molto!” Powell ha risposto affermando che i tagli ai tassi sono stati rinviati a causa della guerra dei dazi scatenata da Trump, che molti responsabili politici temono possano alimentare l’inflazione: e i dati di giugno, pubblicati martedì, mostrano un tasso annuo d’inflazione salito al 2,7% rispetto al 2,4% del mese precedente.
Parlando con i giornalisti durante la presentazione dei risultati trimestrali di JP Morgan, Dimon ha messo in guardia dal rischio di interferire con il funzionamento della banca centrale statunitense. “L’indipendenza della Fed è assolutamente cruciale – non solo per l’attuale presidente della Fed, che rispetto, Jay Powell, ma anche per il prossimo”, ha dichiarato. “Giocare con la Fed può spesso avere conseguenze negative, esattamente l’opposto di quanto si spera di ottenere.”
I migranti “barbarici” deportati a Eswatini
Un volo con a bordo immigrati deportati dagli Stati Uniti è atterrato in Eswatini, ha annunciato il Dipartimento per la Sicurezza Interna, in un’operazione che segue la decisione della Corte Suprema di revocare le limitazioni sulle deportazioni verso paesi terzi. In un comunicato online, la portavoce del Dipartimento, Tricia McLaughlin, ha indicato cinque deportati provenienti da Vietnam, Giamaica, Laos, Cuba e Yemen, specificando che erano stati condannati per reati che vanno dallo stupro di minori all’omicidio. “Un volo di deportazione verso un paese terzo sicuro, l’Eswatini nell’Africa meridionale, è atterrato. Questo volo trasportava individui talmente barbarici che i loro paesi d’origine si sono rifiutati di riaccoglierli”, ha dichiarato McLaughlin nella serata di martedì. L’Eswatini è un piccolo Stato dell’Africa australe che confina in gran parte con il Sudafrica (340 km), salvo un tratto di 105 km a est con il Mozambico.
Alla fine di giugno, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato via libera all’amministrazione del presidente Donald Trump per riprendere le deportazioni di migranti verso paesi diversi da quelli di origine, senza concedere loro la possibilità di dimostrare i rischi che potrebbero affrontare. Il 4 luglio, gli Stati Uniti avevano completato la deportazione di altri otto migranti verso il Sud Sudan, paese segnato da conflitti. Gli uomini erano stati imbarcati su un volo a maggio con destinazione Sud Sudan, ma l’aereo era stato dirottato verso una base a Gibuti, dove erano stati trattenuti in un container adattato.