Nuovo episodio del cosiddetto gerrymandering, il metodo tipico americano che serve a ridisegnare i collegi elettorali a favore di uno o dell’altro partito, per includere o escludere fette di elettorato che giovano al proprio conteggio dei voti. Il nome della pratica risale al 1812, ed è composto da Gerry, il cognome di un governatore del Massachusetts che lo attuò, e salamander, salamandra in inglese, per la forma contorta che aveva assunto il collegio.
Il presidente Donald Trump ha infatti dichiarato che i repubblicani del Texas potranno guadagnare cinque deputati alla Camera, proprio grazie a una ridefinizione dei distretti elettorali prevista in una sessione legislativa straordinaria a luglio.
Le dichiarazioni del presidente fanno seguito a quelle del governatore repubblicano del Texas Greg Abbott. Nella sessione straordinaria, ha detto Abbott, verrà adottata una “nuova mappa dei distretti congressuali alla luce delle preoccupazioni costituzionali sollevate dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti”.
Normalmente i confini distrettuali vengono ridefiniti ogni dieci anni, come previsto dalla Costituzione. Ma a quanto pare sembra che Trump abbia spinto per accelerare il procedimento nel tentativo di difendere la maggioranza repubblicana alla Camera. Una mossa fortemente criticata dai Democratici, che per bocca del governatore della California Gavin Newsom, promettono di fare lo stesso.
Trump ha concesso agli avversari democratici il proprio benestare, “va bene” se anche i Democratici faranno lo stesso in California, ha affermato. “Penso che ne otterremo cinque, e ci potrebbero essere altri stati in cui ne guadagneremo altri tre, quattro o cinque. Il Texas sarebbe il più grande”.