Negli Stati Uniti, la fame non è più un’eccezione. È tornata a essere un fenomeno strutturale, silenzioso ma diffuso, che attraversa le grandi metropoli e le aree rurali con la stessa intensità. Un tempo contenuta da un sistema capillare di aiuti pubblici e reti solidali, oggi riaffiora mentre le risorse si assottigliano e il sistema di protezione si ritrae.
Secondo i dati diffusi da Feeding America, la principale rete nazionale di assistenza alimentare, nel 2023 oltre 49 milioni di persone – tra cui più di 13 milioni di bambini – hanno fatto affidamento su una banca alimentare almeno una volta. Nello stesso anno, circa 80% dei centri affiliati ha registrato una domanda stabile o in aumento rispetto al 2022. Il trend è confermato anche nel primo semestre del 2024, con richieste in crescita soprattutto nelle aree interne e nei sobborghi.
Nel frattempo, il sistema pubblico ha ridotto la propria capacità d’intervento. Il nuovo bilancio federale ha previsto un ridimensionamento del programma SNAP, lo strumento principale di sostegno alimentare per le fasce più deboli della popolazione. Oltre alla diminuzione dei benefici mensili, sono stati introdotti criteri più rigidi per l’accesso, che escludono una parte crescente della popolazione adulta, inclusi molti lavoratori precari.
Accanto a questi tagli, si è verificata la sospensione di diversi programmi avviati durante la pandemia, tra cui le forniture straordinarie di prodotti alimentari alle banche locali e gli acquisti diretti da agricoltori e produttori. La mancanza di fondi ha portato alla cancellazione di milioni di chili di scorte già programmate per la distribuzione nel 2024.
Le conseguenze sono visibili su scala nazionale. In molte città e contee, le organizzazioni locali hanno dovuto ridurre la frequenza delle distribuzioni, passando da cadenze settimanali a quindicinali. Anche le quantità per famiglia sono state ridimensionate, con pacchi più leggeri, limitati ai beni essenziali e spesso insufficienti a coprire il fabbisogno di più giorni.
Ciò che era nato come una strategia temporanea per contenere l’impatto dei tagli rischia ora di diventare la norma. Le strutture più piccole, prive di riserve finanziarie adeguate, si trovano costrette a selezionare chi aiutare in base a criteri di priorità, concentrandosi su bambini, anziani e persone con disabilità.
Secondo le stime interne di Feeding America, per garantire un’assistenza alimentare adeguata a chi ne ha bisogno nel 2025 servirebbero almeno 6 miliardi di dollari in investimenti supplementari. Ma al momento, le prospettive indicano l’opposto: il sostegno federale continua a diminuire, e la filantropia privata, per quanto attiva, non può sostituire la dimensione e la stabilità dell’intervento pubblico.
Nelle comunità più fragili, la fame è diventata una realtà quotidiana. Non si presenta con l’urgenza delle catastrofi, ma si manifesta nei dettagli: pasti saltati, alimenti razionati, spese mediche rinviate per poter comprare il latte. Una spirale che colpisce chi già viveva in equilibrio precario, e che oggi si ritrova senza alternative.
In assenza di un’inversione di tendenza, la rete alimentare di emergenza rischia il collasso. E negli Stati Uniti, la fame potrebbe tornare a essere non l’eccezione, ma la regola.