In un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale e dell’efficienza, sempre più giovani decidono di rallentare. Di sporcarsi le mani con i colori, modellare l’argilla, disegnare a mano libera. In controtendenza rispetto ai dettami di un mercato del lavoro sempre più automatizzato, le iscrizioni alle scuole di belle arti, sia pubbliche che private, stanno vivendo un’impennata inattesa.
A New York, ma non solo, università d’élite e college accessibili stanno registrando numeri record di domande per i corsi di pittura, disegno e arti visive. Un’ondata che non si spiega solo con l’aumento demografico: dietro c’è un cambiamento più profondo, una vera e propria reazione culturale.
Alla Parsons School of Design, nella Big Apple, le candidature ai corsi artistici sono cresciute dal 2016 del 64%, mentre il Pratt Institute, situato sempre nella metropoli, ha recentemente avuto le classi di pittura e disegno più numerose della sua storia.
Pure la School of Visual Arts ha segnalato, nonostante i costi elevati, rette che superano spesso i 60.000 dollari annui, un aumento di giovani che non si sono lasciati scoraggiare, segno di un investimento percepito come significativo e identitario, più che semplicemente professionale.
Anche nelle istituzioni pubbliche newyorkesi, come l’Hunter College o il LaGuardia Community College, i corsi artistici stanno registrando una crescita costante. Il dato nazionale parla chiaro: nell’anno accademico 2021-2022 sono state conferite quasi 100.000 lauree in arti visive e dello spettacolo, rendendole l’ottavo percorso universitario più popolare negli Stati Uniti.
I ragazzi sembrano rifuggire l’idea che il successo passi per forza da percorsi standardizzati come economia, medicina o informatica, molti studenti scelgono consapevolmente un’altra strada. Lo fanno nonostante, o forse proprio a causa, di un sistema economico che appare instabile, competitivo e spesso disumanizzante.
L’intelligenza artificiale, che promette di sostituire molti mestieri “sicuri”, sembra paradossalmente rilanciare il valore delle attività umane più autentiche, quelle che non si possono replicare come la creatività, la manualità, la sensibilità.
Così, mentre le aziende automatizzano, i giovani impugnano pennelli e scalpelli. E in questo movimento c’è una dichiarazione d’intenti chiara: non tutto ha un prezzo. L’arte non è solo una professione: è una forma di pensiero, un modo per abitare il mondo in maniera più consapevole. È identità, ma anche comunità. È un atto di fiducia nel fatto che costruire bellezza, oggi, sia oltre che possibile. necessario.