La Coalizione dei Volenterosi si è riunita il 10 luglio in videoconferenza tra Roma e Londra, segnando un momento chiave nel coordinamento internazionale a sostegno dell’Ucraina. L’incontro si è svolto in parallelo alla Ukraine Recovery Conference 2025, la grande conferenza internazionale ospitata al centro congressi La Nuvola di Roma e dedicata alla ricostruzione del Paese dopo più di tre anni di guerra.
Da Roma erano collegati il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e la vicepremier ucraina Yuliia Svyrydenko. Da Londra, invece, hanno partecipato il primo ministro britannico Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron, in collegamento dal centro di comando Nato di Northwood. Per la prima volta, anche una delegazione americana ha preso parte alla call, rappresentata dal generale Keith Kellogg e dai senatori Lindsey Graham e Richard Blumenthal.
«È fantastico che abbiate aderito a questo formato. Grazie anche al presidente Trump: i suoi segnali sono molto importanti e ci contiamo», ha detto Zelensky in apertura, auspicando un rafforzamento della coalizione in futuro. Il presidente ucraino ha insistito sull’urgenza di investimenti in sistemi di difesa aerea e droni intercettori, sottolineando che «investire in Ucraina significa proteggere anche l’Italia e l’Europa».
Nel suo intervento, Giorgia Meloni ha legato l’azione della Coalizione ai risultati economici della conferenza romana: «Questa non è solo una conferenza per la pace, ma per un futuro di stabilità e sovranità per l’Ucraina. L’unità occidentale è fondamentale». Ha poi sottolineato l’importanza di aumentare la pressione su Mosca, ricordando che «la deterrenza è l’unica strada per aprire lo spazio alla diplomazia».
Da Londra, Starmer e Macron hanno ribadito la necessità di nuove sanzioni contro il Cremlino per costringerlo a sedersi al tavolo negoziale. Intanto, Merz ha annunciato che la Germania sta trattando con gli Stati Uniti l’acquisto di batterie Patriot da inviare a Kiev.
La call ha così segnato il quadro politico di una giornata che, sul piano economico, ha visto l’Italia in prima linea nella ricostruzione. Alla Ukraine Recovery Conference sono stati firmati oltre 200 accordi, di cui 40 da imprese italiane, per un valore complessivo stimato di circa 10 miliardi di euro. Un segnale di fiducia verso la capacità produttiva e la tenuta istituzionale del Paese.
L’Italia ha inoltre assunto il patronato sulla regione di Odessa, impegnandosi a restaurare il patrimonio culturale danneggiato e a contribuire a progetti idrici e urbanistici. Sono stati firmati memorandum su gas, difesa, navigazione aerea e ricostruzione abitativa. Leonardo, Enav, Snam, Cdp, Sace e Simest figurano tra i protagonisti italiani delle intese siglate a Roma.
Nel pomeriggio, la vicepremier Svyrydenko ha lanciato un appello agli investitori internazionali: «Questo è il momento giusto per scommettere sull’economia ucraina. Più sarà resiliente, più efficace sarà la ricostruzione». Kiev ha avviato un sistema di garanzie pubbliche fino a un miliardo di euro per attrarre capitali privati, mentre l’Unione europea ha annunciato un fondo-quota capace di mobilitare ulteriori 10 miliardi.
La partecipazione della delegazione statunitense alla call dei Volenterosi, inedita fino ad ora, rappresenta un segnale importante anche per il mondo imprenditoriale: una cornice politica più stabile e condivisa può rafforzare la fiducia degli investitori. Difesa e crescita economica tornano a marciare insieme.
La Coalizione dei Volenterosi, istituita nel marzo 2025, riunisce oltre trenta Paesi ed è considerata il complemento politico e strategico del gruppo di contatto di Ramstein.