Da quando Kash Patel ha assunto l’incarico di direttore dell’FBI, il bureau ha intensificato notevolmente l’uso del test della macchina della verità, spesso sottoponendo i funzionari a quesiti con i quali si cerca di capire se questi ultimi hanno mai screditato il loro capo.
Generalmente, l’FBI ricorre al test per individuare i dipendenti che potrebbero aver tradito il Paese o che potrebbero rivelarsi inaffidabili. Con l’arrivo del nuovo direttore, però, le cose stanno cambiando.
Come riferito dal New York Times, durante i colloqui e i test del poligrafo, il bureau ha chiesto ai suoi alti funzionari se avessero detto qualcosa di negativo su Patel. In un caso, i funzionari sono stati costretti a sottoporsi al poligrafo mentre l’agenzia cercava di determinare chi avesse rivelato ai media la notizia secondo cui Patel aveva richiesto un’arma di servizio, pur non essendo un agente.
Secondo alcuni ex funzionari federali, tali pratiche sono altamente inappropriate. Secondo questi ultimi, ad oggi, denigrare Patel o il suo vice, Dan Bongino, potrebbe costare il posto di lavoro. “La lealtà di un dipendente dell’FBI è rivolta alla Costituzione, non al direttore o al vicedirettore”, ha affermato James Davidson, un ex del bureau. “Questo la dice lunga sulla fragilità di Patel”.
I funzionari nominati politicamente dal Presidente Trump hanno già rafforzato la loro presa sull’FBI, costringendo alcuni dipendenti a dimettersi o mettendone altri in congedo amministrativo a causa di precedenti indagini che si erano scontrate con i conservatori. Altri, invece, hanno lasciato il bureau temendo che Patel o Bongino potessero in qualche modo prenderli di mira, per aver condotto indagini legittime su Trump o sui suoi sostenitori.
Sebbene i tribunali in genere non ritengano ammissibile il poligrafo, le agenzie per la sicurezza nazionale lo utilizzano ampiamente nelle indagini e nei controlli dei precedenti per le autorizzazioni di sicurezza.
Sotto la leadership di Patel, l’FBI ha utilizzato il poligrafo in modo estremamente aggressivo. Molti dei dipendenti a cui è stato chiesto di sottoporsi al test hanno visto i loro colleghi licenziati durante una prima epurazione da parte dell’amministrazione, mentre altri sono stati successivamente espulsi o declassati. In almeno un caso, l’FBI ha messo un agente in congedo amministrativo, richiamandolo successivamente per sottoporlo al test.
In molti, naturalmente, hanno ipotizzato che il quesito che chiedeva ai dipendenti se avessero detto qualcosa di negativo sul signor Patel potesse essere stato concepito come una cosiddetta domanda di controllo.