Il Dipartimento di Stato ha annunciato che intende procedere con una nuova serie di licenziamenti di massa, nell’ambito della più significativa ristrutturazione del proprio organigramma da decenni. I funzionari affermano che i tagli allineeranno la loro missione alla visione di Donald Trump e della sua agenda “America first”.
I licenziamenti, comunemente chiamati “riduzioni di personale” (o RIF), interesseranno quasi il 15% del personale dell’agenzia. Un alto funzionario del Dipartimento ha affermato che la misura interesserà circa 1.800 persone. I cambiamenti all’interno dell’agenzia comporteranno anche la fusione o la completa eliminazione di diverse centinaia di uffici.
Il Dipartimento, che fornisce consulenza al presidente, guida il Paese nelle questioni di politica estera. L’agenzia, guidata dal Segretario di Stato Marco Rubio, ha proceduto con i tagli dopo che, questa settimana, la Corte Suprema si è schierata con l’amministrazione Trump, contro la sospensione da parte di un giudice federale dei piani riguardanti i licenziamenti di massa promossi dal governo, che potrebbero coinvolgere centinaia di migliaia di dipendenti federali.
I funzionari del Dipartimento di Stato hanno affermato di voler eliminare posizioni e agenzie ridondanti, sottolineando che all’interno del Dipartimento di Stato c’erano tre uffici che gestivano la politica delle sanzioni, mentre altri uffici erano “proliferati” sotto Bill Clinton, durante il periodo post-guerra fredda.
“Si trattava di valutare quali funzioni fossero ridondanti, sovrapposte o non più in linea con le priorità di politica estera del presidente in un mondo post-Guerra Fredda”, ha affermato un alto funzionario, “In un’epoca di competizione tra grandi potenze, come dovrebbe essere un Dipartimento di Stato?”.
Secondo i vertici dell’agenzia, i cambiamenti rafforzeranno i poteri degli uffici regionali creando una catena di comando più semplice. Ciò rafforzerà probabilmente anche i poteri dei funzionari politici, rendendo più semplice per il governo federale gestire la complessa burocrazia del Dipartimento.
Stando ai primi rumors, gli uffici che si occupano di immigrazione e promozione della democrazia vedranno modificate le loro missioni in modo significativo sotto l’amministrazione Trump, alquanto scettica nei confronti della tradizionale diplomazia americana all’estero.
L’ufficio per la popolazione, i rifugiati e le migrazioni, ad esempio, che in precedenza aiutava a facilitare l’immigrazione legale negli Stati Uniti, potrebbe subire importanti cambiamenti, includendo un nuovo staff che agevolerà le operazioni relative alle espulsioni.
Dopo la diffusione degli avvisi di riduzione del personale, l’agenzia entrerà in un “periodo di transizione di diverse settimane” per introdurre gradualmente il nuovo organigramma. “Abbiamo preso una decisione molto ponderata per riorganizzare il Dipartimento, affinché sia più efficiente e più concentrato”, ha detto il Segretario di Stato Marco Rubio, durante un viaggio in Malesia giovedì.
Come facilmente presumibile, i tagli hanno suscitato il malcontenti dei legislatori democratici, che sostengono che tali misure potrebbero indebolire gli sforzi diplomatici americani all’estero.