Percentuali abbastanza ragionevoli fino a quella di mercoledì sera. Il presidente Donald Trump ha pubblicato sul suo profilo di Truth Social la lettera sui dazi commerciali che ha inviato al Brasile, dove parla di un 50% su tutti i prodotti esportati a partire dal 1° agosto e minaccia di raddoppiarli nel caso di ritorsioni. A distanza di ventiquattro ore, è arrivata la risposta tagliente del presidente Luiz Inacio Lula da Silva. In un’intervista al Jornal da record, il leader brasiliano ha dichiarato che rilancerà con dazi al 50% sulla merce Made in USA.
“Abbiamo diverse strade percorribili – ha commentato Lula da Silva -. Possiamo ricorrere all’Organizzazione Mondiale del Commercio, proporre inchieste internazionali, chiedere spiegazioni ma lo strumento principale è la legge della Reciprocità, approvata dal nostro Parlamento. Se lui ci chiede il 50%, noi chiederemo il 50% a lui”. Il presidente brasiliano ha definito la lettera ricevuta e pubblicata da Trump su Truth Social “assurda” e ha aggiunto che provvederà alla creazione di un comitato permanente di emergenza a cui parteciperanno gli imprenditori per ripensare la politica commerciale con gli Stati Uniti.
Il capo della Casa Bianca aveva difeso i dazi del 50% sostenendo che il Brasile si sta scagliando contro “le elezioni libere e contro il diritto alla libertà di espressione dei cittadini” statunitensi, vista la “recente decisione della Corte Suprema brasiliana che emesso centinaia di ordini di censura illegali e segreti contro le piattaforme social degli Stati Uniti, minacciando milioni di dollari di multe”. Di più: Trump aveva denunciato la “caccia alle streghe” contro l’ex presidente Jair Bolsonaro, in attesa di processo per aver organizzato il colpo di Stato nel 2023. “Il modo in cui il Brasile lo sta trattando è una vergogna – aveva scritto su Truth Social – e non dovrebbe esserci alcun processo. Questa caccia alle streghe deve finire immediatamente”.
Intanto, una decina di altri Paesi ha già ricevuto una lettera sui dazi commerciali che gli Stati Uniti hanno intenzione di applicare dal 1° agosto. Assente da questo elenco l’Unione Europea. Gli ambasciatori dei 27 Paesi membri sono riuniti da inizio settimana a Bruxelles per trovare un punto d’incontro. Secondo alcune indiscrezioni del Financial Times, l’UE sarebbe “pronta a siglare un’intesa temporanea che fissi i dazi reciproci al 10%”. Tuttavia, Trump potrebbe voler rilanciare con una cifra più alta “di quella concordata con il Regno Unito”, l’unico Paese oltre al Vietnam ad aver già firmato un accordo con la Casa Bianca.