Marco Rubio, Segretario di Stato americano, si appresta a partire per incontrare i vertici dei Paesi ASEAN, nel giorno in cui una notizia su di lui ha fatto il giro del mondo. Come emerso da un’indiscrezione del Washington Post, soggetti non meglio identificati si sono spacciati per Rubio sull’app di messaggistica Signal. Sull’applicazione il finto Segretario di Stato mandava audio con una voce generata usando l’intelligenza artificiale. L’obiettivo era ottenere informazioni riservate da ministri stranieri, un governatore degli Stati Uniti e un membro del Congresso.
Ma oltre al lecito imbarazzo che deriva da questa vicenda, Rubio dovrà fronteggiare quello di incontrare capi di Stato con cui Washington si trova in aperta “guerra commerciale”.
L’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, fondata nel 1967, conta oggi dieci membri: Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Myanmar e Cambogia. Lunedì, poche ore dopo l’annuncio del Dipartimento di Stato sul viaggio di Rubio, è seguita la dichiarazione di Trump sul fatto che sei dei dieci membri ASEAN riceveranno tariffe sulle proprie merci in entrata negli Usa: la Malesia, che è il Paese ospitante, subirà dazi del 25%, Laos e Myanmar del 40%, Cambogia e Tailandia del 36% e Indonesia del 32%. Non poco.
Da capire se Trump abbia fatto l’annuncio per fare guadagnare potere contrattuale al suo ministro, e sembrerebbe proprio questo il motivo, o se non ci fosse una strategia. In ogni caso, la visita di Rubio segna la necessità degli Stati Uniti di riallacciarsi ai Paesi asiatici e scrollarsi di dosso quanto possibile le questioni mediorientali. In modo da provare a riconcentrarsi sulla vera sfida, il contenimento della Cina.
“I temi principali che vorrà affrontare, ovviamente, sono quelli di riaffermare il nostro impegno verso l’Asia orientale, l’ASEAN, l’Indo-Pacifico, e non solo… per sé stesso”, ha affermato a Reuters un alto funzionario del Dipartimento di Stato. L’allusione è a Rubio, che, a dire del funzionario, non dovrebbe recarsi in Malesia per soli fini elettorali e mediatici, ma deve anche dare in cambio una reale attenzione alle controparti. “Credo che il messaggio chiave che il Segretario ama trasmettere sia che siamo impegnati e che diamo priorità a questo impegno perché è nell’interesse dell’America, giusto? Promuove la prosperità e la sicurezza americana”, ha aggiunto.
Dal canto loro, come ha dichiarato il direttore del Programma sul Sud Est Asiatico del Centro Studi Strategici e Internazionali di Washington, i Paesi ASEAN hanno “un desiderio di essere rassicurati sul fatto che gli Stati Uniti considerino effettivamente l’Indo-Pacifico come il teatro principale degli interessi statunitensi, fondamentale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.
La sfida di Rubio e dell’America di Trump è adesso questa: riallacciarsi all’Asia per tornare all’obiettivo primario anti-Pechino. Nella speranza che almeno la guerra israelo-palestinese trovi una propria tregua e in attesa che quella russo-ucraina faccia dei passi avanti.