Il mondo attende con trepidazione il 9 luglio, quando scade la tregua di 90 giorni sui dazi previsti da Donald Trump. Il segretario del Tesoro Scott Bessent ha ricordato ai Paesi che non lo hanno ancora fatto di mettersi in contatto con il presidente per trovare un accordo. Altrimenti a partire dal 1° agosto subiranno le tariffe “reciproche” introdotte il 2 aprile.
“Il presidente Trump invierà delle lettere ad alcuni dei nostri partner commerciali – ha comunicato Bessent durante il programma State of the Union di CNN – dicendo che, se non procedono con i dovuti cambiamenti, il 1° agosto si tornerà al livello tariffario del 2 aprile”.
Il segretario del Tesoro si è detto molto positivo rispetto ai prossimi giorni. “Saremo molto impegnati nelle prossime 72 ore. Penso che vedremo molti accordi molto presto”, alludendo ai negoziati in corso con l’Unione Europea. L’avvio delle trattative è stato piuttosto lento, ma ora “procedono” e “ci sono stati progressi”, ha confermato Bessent. Tutto è ancora possibile, comunque.
Lunedì mattina a Bruxelles si riunisce il Comitato dei rappresentanti permanenti, al quale siedono gli ambasciatori dei 27 Stati membri, per raggiungere una risposta coordinata. L’obiettivo è contenere i danni il più possibile e sperare in un dazio al 10%, come quello concordato fra Stati Uniti e Regno Unito. Per ora, soltanto un altro Paese ha trovato un punto d’incontro con la Casa Bianca, il Vietnam, che è riuscito ad abbassare le aliquote sulle esportazioni dal 46% al 20%.
Intanto continuano i colloqui anche con il Giappone. La delegazione di Tokyo avrebbe avuto già due telefonate con il segretario al Commercio americano Howard Lutnick. Ancora però nulla di concreto.
Nella dichiarazione congiunta a conclusione del summit dei BRICS a Rio de Janeiro, i Paesi membri (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Iran, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Arabia Saudita ed Etiopia) hanno espresso “grave preoccupazione” per il mercato attuale. “L’aumento indiscriminato dei dazi – si legge nel documento – minaccia tutto il commercio globale”. Poi mettono in guardia sulle politiche protezioniste e sulle misure commerciali unilaterali disposte dall’amministrazione Trump (che non viene citata direttamente).
A CNN Bessent ha negato l’ipotesi che il 1° agosto si trasformerà in un altro Liberation Day, quando nel giro di una settimana i dazi reciproci sono stati rimandati e una scadenza è stata fissata a distanza di qualche mese. “Stiamo dicendo che questo è il momento in cui accadrà. Se volete accelerare le cose, fatelo. Se volete tornare alle vecchie percentuali, è una vostra scelta”.