Il Dipartimento del Lavoro ha rilasciato i dati relativi al mese di giugno. Secondo le rilevazioni, l’economia americana procederebbe bene sul fronte del mercato del lavoro: 147.000 nuovi posti non agricoli e tasso di disoccupazione del 4,1%, un decimale in meno rispetto al mese precedente. Ma non è tutto oro quello che luccica: la crescita delle assunzioni è solo in pochi settori dell’economia e, secondo diversi esperti, starebbe in realtà diminuendo.
Primo dato riguarda la metà delle assunzioni: 73.000 nuovi posti di lavoro sono impieghi pubblici, creati quindi dal governo. Di questi, 40.000 sono nuove assunzioni nell’istruzione pubblica statale, fenomeno stagionale legato alla fine dell’anno scolastico.
L’aumento dei posti di lavoro nel settore privato è stato di 74.000 unità, il più basso da ottobre 2024. A dominare le assunzioni è il comparto sanitario con 39.000 nuovi lavoratori fra ospedali, strutture di assistenza infermieristica e residenziali; l’occupazione nel settore dell’assistenza sociale è cresciuta di 19.000 unità. Questi dipartimenti sono detti “non ciclici”, dal momento che non risentono delle ciclicità dell’economia: performano bene anche in casi di crisi perché riguardano beni e servizi di prima necessità.
Per il resto il manufatturiero ha perso 7.000 unità lavorative, il commercio all’ingrosso 6.600. Diminuiti di 7.000 anche i posti di lavoro nel settore dei servizi in ambito professionale e aziendale, scarso l’aumento nel settore delle vendite al dettaglio (+2.400). Aumenti maggiori si sono registrati nei trasporti e nei magazzini (+7.500) e nell’edilizia (+15.000).
Brian Bethune, professore di economia al Boston College, ha detto a Reuters: “Il settore privato ha chiaramente perso slancio nella seconda parte del secondo trimestre, il che non fa ben sperare per l’andamento dell’economia nel terzo trimestre”. Inoltre, è aumentata la disoccupazione di lungo periodo: il numero di lavoratori senza impiego da 27 anni o più è aumentato di 190.000 unità raggiungendo 1,657 milioni.
Nel mentre continuano irrisolte le questioni dei dazi e quella del taglio dei tassi di interesse da parte della Fed. Jerome Powell, il presidente della banca centrale americana, continua a non andare incontro alle richieste di Trump, che vorrebbe un abbassamento dei tassi. Serve “aspettare e raccogliere ulteriori informazioni” sui dazi e sull’inflazione prima di abbassarli nuovamente, ha detto Powell. Intanto, interrogato sulla possibilità di sostituirlo alla presidenza della Fed, il segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato: “Farò quello che vuole il presidente”.