L’esperienza di Elon Musk al Dipartimento per l’efficienza del governo (Doge) si era chiusa con un occhio nero e uno scoop del New York Times. Il 30 maggio scorso era uscito sul quotidiano newyorkese un approfondimento sull’utilizzo di droghe da parte del miliardario sudafricano. Secondo l’articolo, durante la campagna elettorale, Musk avrebbe abitualmente consumato ecstasy, funghi allucinogeni e altri farmaci non specificati. Centrale però l’uso di ketamina, sostanza con effetti anestetici e psicoattivi, dalla quale, secondo fonti anonime del Nyt, Musk aveva ammesso di essere dipendente. Secondo un’altra fonte, in un portapillole adibito a trasportare le varie sostanze, l’imprenditore teneva anche compresse di Adderall, uno stimolante cognitivo contenete anfetamina utilizzato da persone affette da deficit di attenzione. Lo stesso Musk, inoltre, aveva ammesso nel 2023 di aver ottenuto una prescrizione per utilizzare la ketamina. Anche se, 2 settimane dopo le rivelazioni di fine maggio, aveva pubblicato un test antidroga negativo per smentire la notizia.
In ogni caso, il fatto che l’uomo più ricco del mondo sia/sia stato un utilizzatore assiduo di droghe non sembra essere più un segreto. Ma la notizia, risalente a mercoledì, è chi sarebbe dietro lo scoop del quotidiano newyorkese. Secondo Michael Wolff, biografo di Donald Trump al podcast Daily Beast, sarebbe stato proprio l’inquilino della Casa Bianca a passare la notizia al Nyt. Wolff ha affermato di esserne venuto a conoscenza parlando con i collaboratori del presidente. “Trump parla con loro e poi loro parlano con altre persone. Chiunque chiami, dice la stessa cosa a tutti. Quindi si sa esattamente cosa gli passa per la testa”, ha detto Wolff.
Poi la rivelazione più importante, attribuita da Wolff a qualcuno che aveva da poco parlato con il presidente: “In realtà siamo stati noi a passare l’informazione al New York Times… sull’uso di droghe di Elon”.
Il rapporto fra Musk e Trump sembra ormai essere ai titoli di coda, ma anche in questo caso la cautela non è mai abbastanza. Di questi tempi, i colpi di scena sono all’ordine del giorno. Ma, se Elon Musk, come ha anticipato, deciderà di fondare un partito concorrenziale a quello Repubblicano, forse l’amicizia più incredibile del secolo avrebbe un suo definitivo de produnfis.