Il governo australiano ha revocato il visto d’ingresso al rapper statunitense Ye, nome legale del musicista Kanye West dal 2021, a causa della pubblicazione del brano Heil Hitler, uscito nel maggio 2025. Il singolo è stato duramente criticato per contenuti giudicati antisemiti e per l’esplicito riferimento al nazismo. Il ministro degli Interni australiano, Tony Burke, ha dichiarato il 2 luglio che Ye “non ha più i requisiti di buon carattere per entrare nel Paese”.
Burke ha spiegato che la decisione si fonda sui criteri previsti dal Migration Act, che consente di negare o revocare un visto a chi sia ritenuto non idoneo per motivi morali o sociali. In un’intervista ripresa da diverse testate, il ministro ha detto: “Abbiamo già abbastanza problemi in Australia senza importare deliberatamente il bigottismo”. La vicenda ha attirato l’attenzione anche perché Ye aveva in programma un viaggio privato nel Paese, dove risiedono alcuni familiari della moglie, la designer australiana Bianca Censori.
La pubblicazione di Heil Hitler ha suscitato una reazione immediata da parte delle comunità ebraiche australiane, che hanno chiesto al governo di impedirne l’ingresso. Il brano è stato rimosso da diverse piattaforme digitali per violazione delle linee guida sui contenuti d’odio. Alcuni governi, tra cui quello tedesco, hanno condannato pubblicamente il messaggio implicito del singolo.
La revoca del visto non rappresenta un provvedimento isolato. Già nel 2023, dopo una serie di dichiarazioni controverse in cui Ye aveva espresso simpatia per Adolf Hitler, esponenti politici e associazioni in Australia avevano sollecitato l’esclusione dell’artista. In una dichiarazione pubblica di quell’anno, Ye aveva affermato: “I love Jewish people, but I also love Nazis”. Tali affermazioni avevano portato alla chiusura di diverse collaborazioni commerciali con marchi internazionali come Adidas e Balenciaga.
Nel 2025, poco prima dell’uscita del brano, Ye aveva anche diffuso sul suo sito ufficiale un simbolo simile a una svastica associato a una campagna promozionale, provocando la sospensione del suo account da parte di Shopify. L’intero episodio si inserisce in una lunga serie di comportamenti pubblici dell’artista considerati provocatori o apertamente ostili verso le comunità ebraiche.
Il ministro dell’Istruzione australiano, Jason Clare, ha confermato che la decisione del governo rientra in una prassi già applicata in passato. “Persone come lui sono già state respinte”, ha dichiarato ai media. La legge australiana consente infatti alle autorità di negare il visto a chi rappresenti una minaccia per l’ordine pubblico o non rispetti i valori democratici fondamentali del Paese.
Ye non ha ancora commentato ufficialmente la revoca del visto. La misura ha comunque valore temporaneo, e ogni eventuale nuova richiesta di ingresso sarà valutata alla luce della condotta pubblica dell’artista. Intanto, la vicenda ha rinnovato il dibattito internazionale sul ruolo delle figure pubbliche nella diffusione di discorsi estremisti e sull’efficacia delle misure legali per contenerne l’impatto.