Job Garcia, cittadino statunitense di origini messicane, ha intentato una richiesta di risarcimento da un milione di dollari contro tre agenzie federali – Immigration and Customs Enforcement (ICE), Border Patrol e Department of Homeland Security (DHS) – dopo essere stato arrestato a Los Angeles mentre documentava un’operazione dell’immigrazione.
Garcia, 37 anni, è uno studente di dottorato e fotografo. Il 19 giugno 2025 si trovava all’esterno di un negozio Home Depot, nel quartiere di Hollywood, dove alcuni agenti federali stavano conducendo un blitz contro lavoratori migranti. Secondo il Mexican American Legal Defense and Educational Fund (Maldef), che rappresenta Garcia, l’uomo stava filmando l’intervento e consigliando a un autista di camion – sottoposto a interrogatorio – di non rispondere alle domande senza assistenza legale.
Garcia sostiene di non aver ricevuto alcun avvertimento prima di essere immobilizzato a terra, ammanettato e trattenuto per oltre 24 ore. “La Border Patrol e l’ICE mi hanno punito per aver informato altri dei loro diritti e per aver esercitato i miei”, ha dichiarato in un comunicato diffuso da Maldef.
Le immagini registrate mostrano un agente che rompe il finestrino del camion, mentre Garcia continua a filmare da una distanza ravvicinata. Poco dopo, gli agenti lo fermano e lo conducono in custodia. Durante la detenzione, avvenuta in un centro temporaneo allestito presso lo stadio dei Dodgers, Garcia afferma di aver sentito alcuni agenti vantarsi di aver “preso 31 corpi” nel corso della giornata.
Secondo Tricia McLaughlin, assistente segretaria del DHS, l’arresto è stato giustificato dal comportamento aggressivo di Garcia nei confronti di un agente della Border Patrol. “È stato arrestato per aggressione a un agente federale. Sarà perseguito con il massimo rigore previsto dalla legge”, ha dichiarato McLaughlin al quotidiano The Hill.
Il 2 luglio Maldef ha presentato una richiesta ai sensi del Federal Tort Claims Act, il primo passo procedurale per poter avviare una causa contro il governo federale. Secondo gli avvocati dell’organizzazione, l’arresto e la detenzione di Garcia sarebbero avvenuti senza un mandato né una causa probabile, configurando una violazione dei suoi diritti costituzionali.
Il caso pone l’attenzione sulla libertà di documentare le azioni delle forze dell’ordine e sul crescente uso delle misure federali per reprimere l’attivismo legato all’immigrazione. Ernest Herrera, consulente legale regionale di Maldef, ha dichiarato: “La Border Patrol e l’ICE hanno punito Job Garcia semplicemente per aver esercitato il suo diritto di documentare un’operazione discriminatoria”.
Garcia è stato rilasciato senza accuse formali, ma il DHS ha lasciato intendere che l’indagine federale è ancora aperta. Se il governo non risponderà alla richiesta entro sei mesi, Maldef ha annunciato l’intenzione di procedere con una causa legale.
Il caso si inserisce in un clima di crescente tensione intorno alle politiche migratorie statunitensi, mentre l’amministrazione federale continua a essere accusata di usare metodi repressivi nei confronti di attivisti, osservatori e cittadini impegnati nella difesa dei diritti civili.