Ayatollah iraniano emette una fatwa contro Trump e Netanyahu
Il grande ayatollah sciita Naser Makarem Shirazi ha emesso domenica una fatwa contro Donald Trump e Benjamin Netanyahu, definendoli “nemici dell’Ummah” e “guerrafondai”, un’accusa che in Iran può comportare la pena di morte. Shirazi ha invitato i musulmani a “prendere posizione contro chi minaccia la guida e l’integrità del mondo islamico”. La fatwa lancia un appello ai musulmani di tutto il mondo a prendere posizione, secondo quanto riportato dal New York Sun. Il testo afferma che qualsiasi individuo o governo che metta in discussione o metta in pericolo la guida e l’unità della comunità islamica globale (l’Ummah) deve essere considerato un “signore della guerra” o un “mohareb”, termine che indica chi muove guerra contro Dio. Secondo la legge iraniana, chi viene identificato come mohareb può essere condannato alla pena di morte, alla crocifissione, all’amputazione degli arti o all’esilio. “Coloro che minacciano la leadership e l’integrità dell’Ummah islamica devono essere considerati signori della guerra,” ha dichiarato Makarem nell’editto. Ha concluso con una preghiera, chiedendo protezione da questi “nemici” e il rapido ritorno del Mahdi, figura messianica dell’Islam sciita.
Le dimissioni del presidente dell’Università della Virginia forzate dalle minacce di Trump
L’Università della Virginia (UVA) aveva ricevuto una notifica “esplicita” dall’amministrazione Trump secondo cui l’istituzione avrebbe subito tagli ai posti di lavoro universitari, ai finanziamenti per la ricerca e agli aiuti agli studenti, oltre che ai visti, se il presidente dell’ateneo, Jim Ryan, non si fosse dimesso (come poi accaduto). Durante un’intervista domenica al programma Face the Nation della CBS, Mark Warner, senatore democratico della Virginia, ha difeso Ryan – che aveva promosso politiche di inclusione e diversità contrastate dal presidente – e ha previsto che Donald Trump prenderà di mira allo stesso modo altre università. Warner ha dichiarato che l’ex presidente della UVA era stato informato che, se avesse “provato a opporsi, centinaia di dipendenti avrebbero perso il lavoro, i ricercatori i finanziamenti e centinaia di studenti avrebbero potuto perdere gli aiuti economici o vedersi negare il visto”. Warner ha anche affermato di ritenere che questa sia stata l’“azione più scandalosa” intrapresa dall’amministrazione Trump in ambito educativo da quando è tornata in carica a gennaio.
Trump atteso all’inaugurazione del centro migranti “Alligator Alcatraz” nelle Everglades
Donald Trump dovrebbe partecipareall’apertura ufficiale di “Alligator Alcatraz”, il discusso centro di detenzione per migranti costruito nelle Everglades su ordine del governatore Ron DeSantis. Il centro, da 5.000 posti letto, è sorto in una settimana su una pista d’atterraggio dismessa in un’area protetta. Il progetto, guidato dall’ex capo staff di DeSantis James Uthmeier, è oggetto di proteste e di un ricorso degli ambientalisti, che denunciano rischi gravi per l’ecosistema. Intanto il Partito Repubblicano della Florida ha già iniziato a vendere gadget con il marchio “Alligator Alcatraz”.
https://www.aol.com/debate-over-alligator-alcatraz-detention-203545088.html
I vescovi cattolici contro la stretta migratoria di Trump
Cresce la protesta dei vescovi cattolici contro la campagna di deportazioni dell’Amministrazione Trump. Dopo anni di attenzione quasi esclusiva al tema dell’aborto, molti prelati stanno ora denunciando apertamente la durezza delle politiche migratorie e l’impatto sulle famiglie: «Non si tratta di criminali, ma di persone comuni, lavoratori, genitori», ha dichiarato il cardinale Robert McElroy, citando le retate dell’ICE in luoghi pubblici come parcheggi e autolavaggi. L’arcivescovo di Los Angeles, José Gomez, ha parlato di «punizione, non politica». E il vescovo di El Paso, Mark Seitz, avverte: «Nessuna persona di buona volontà può restare in silenzio».